Nuove
misure condotte dal Cosmic Dust Analyzer (CDA) a bordo della sonda
Cassini, che da ormai 5 anni sta studiando da vicino Saturno e il suo
sistema di satelliti e anelli, sembrano confermare l'ipotesi della
presenza di un vasto oceano di acqua liquida al di sotto dello spesso
strato di ghiaccio che ricopre la superficie di Encelado. Pur con un
diametro di appena 500 chilometri, Encelado è una delle lune di Saturno
sui cui si sta concentrando l'attenzione dei ricercatori. Si tratta di
un mondo che, per le sue caratteristiche chimico-fisiche e per la sua
attività geologica, pare possedere ambienti potenzialmente in grado di
ospitare la vita. Orbitando a una distanza da Saturno di circa 283mila
chilometri, Encelado è ritenuto la fonte che continuamente rifornisce di
minuscole particelle ghiacciate l'anello E, che si estende in una
regione di spazio compresa fra 180mila e 2 milioni di chilometri dal
pianeta.
Nelle regioni polari di Encelado sono stati individuati potenti getti,
del tutto simili a geyser terrestri, che espellono, grazie a meccanismi
geologici per la verità ancora non ben compresi, grandi quantità di
particelle ghiacciate che, disperdendosi nello spazio, vanno a rifornire
l'anello E. Da tempo, inoltre, si suppone che al di sotto dello spesso
strato di ghiaccio che ricopre la superficie del satellite possa
trovarsi un vasto oceano di acqua liquida, in maniera del tutto simile a
quanto si ritiene si verifichi anche su Europa, uno dei satelliti di
Giove. Le misure condotte dal CDA sulle particelle di ghiaccio che
compongono l'anello E paiono oggi confermare questa ipotesi. L'analisi
dei dati raccolti dalla sonda ha, infatti, messo in evidenza come le
particelle di ghiaccio che compongono l'anello E siano ricche di sodio.
Poiché solo l'acqua liquida può contenere significative quantità di sali
disciolti, ecco che i ricercatori pensano che queste particelle non
possano che provenire da un oceano sotterraneo di Encelado. E dove c'è
acqua liquida, per giunta in presenza di fonti di energia in grado di
produrre addirittura dei geyser, potrebbe esserci dell’altro... Ma per
avere conferme bisognerà attendere ulteriori indagini della Cassini,
infatti un altro studio recentemente pubblicato su Nature sembra
meno ottimistico, facendo rilevare come la quantità di sali di sodio
presente nei geyser sia di gran lunga inferiore a quella riscontrata
nell’anello E, tanto da non confermare per ora la presenza di un oceano
di acqua salata.
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