Il Multi-Element Radio Linked Interferometer Network,
detto e-MERLIN, è un complesso di sette radiotelescopi distribuiti sul
territorio del Regno Unito e separati fra loro fino a un massimo di 217
km. Il segnale raccolto dai singoli elementi viene trasferito via fibre
ottiche al Jodrell Bank Observatory (University of Manchester), dove un
supercomputer li correla, generando un unico segnale equivalente a
quello prodotto da un solo gigantesco radiotelescopio, capace di una
risoluzione pari a 0.01-0.15 arcosecondi, su frequenze di 1.5, 5 e 22 GHz (bande L, C
e K).
Le potenzialità di e-MERLIN sono state recentemente dimostrate con
l'osservazione del cosiddetto Quasar Doppio, una lente gravitazionale
prodotta da una galassia che duplica l'immagine di un quasar distante da
noi 9 miliardi di anni luce, e alimentato da un poderoso buco nero, la
cui attività genera un jet di materia che si proietta nello spazio
intergalattico a velocità prossime a quella della luce.
Il segnale radio raccolto tramite e-MERLIN mette in grande risalto il
jet, come dimostra l'immagine in alto a destra, dove sono anche visibili
un controjet (le due componenti sono probabilmente espulse dai poli
magnetici del buco nero) e i protagonisti della lente gravitazionale,
ossia il quasar sdoppiato (A+B) e la galassia interposta che agisce da
lente. Il fatto che anche quest'ultima sia rilevabile nelle onde radio
indica che al suo interno è a sua volta ospitato un buco nero, sebbene molto meno
attivo di quello che genera il quasar.
I colori sono ovviamente introdotti in fase di elaborazione per
facilitare la lettura dell'intensità del segnale, crescente dal blu al
rosso al giallo. Nell'immagine di sinistra è stata aggiunta una ripresa
nel visibile effettuata dall'Hubble Space Telescope.
Il risultato ottenuto da e-MERLIN sul Quasar Doppio è solo un saggio
delle sue potenzialità, e non a caso già oltre 100 istituti sparsi nel
mondo hanno richiesto tempo telescopio per condurre ricerche nei più
diversi settori dell'astrofisica: nascita e morte delle stelle,
evoluzione di galassie e buchi neri, pulsar e formazione di pianeti
extrasolari. Non resta che attendere le prossime scoperte. |