Voyager 1 ha
sicuramente raggiunto una regione esterna alla sfera d'influenza del
vento solare. I primi segni di questo storico traguardo si erano avuti
lo scorso giugno, quando la sonda si trovava a circa 17 miliardi di km
dalla Terra, distanza raggiunta dopo quasi 33 anni di viaggio.
Era però necessario attendere alcuni mesi a causa delle fluttuazioni del
vento solare e dell'ambiente turbolento in cui sta sfrecciando ora la
navicella, una regione denominata "heliosheath", che rappresenta la
parte più esterna dell'eliosfera e nella quale ci si attende che il
vento solare possa essere definitivamente rallentato dal mezzo
interstellare.
I ricercatori impegnati nelle misurazioni, fra i quali Rob Decker (Johns Hopkins University, Laurel, Md)
e Ed Stone (California Institute of Technology, Pasadena) si sono resi
conto dell'azzeramento della velocità in uscita del vento solare
analizzando i dati raccolti dal Low-Energy Charged Particle Instrument
installato a bordo del Voyager 1.
Quando le particelle
cariche appartenenti al vento solare sono risultate impattare lo
strumento a una velocità uguale a quella dello stesso Voyager (circa
61mila km/h) si è avuta la certezza che erano in realtà ferme rispetto
al sensore.
Nel disegno in alto sono indicate le traiettorie dei due Voyager e le
varie zone di influenza del Sole e dello spazio interstellare. Entro 4-5
anni il Voyager 1 raggiungerà il confine dell'eliopausa, e da navicella
interplanetaria diverrà la prima vera navicella interstellare. A quel
punto incontrerà il cosiddetto "bow shock", un ambiente a bassa
densità dove le particelle diffuse tipiche dello spazio interstellare
vengono compresse dall'eliosfera.
I dettagli della ricerca sono stati presentati all'American Geophysical Union meeting
in corso a San Francisco. |