21 Dic. 2010

 

IceCube è stato completato

 

E' giunto a completamento il più grande osservatorio per neutrini del mondo. Si chiama IceCube ed è costituito da 5504 sensori alloggiati all'interno e alla superficie di un volume di ghiaccio pari a 1 km cubico.
Il progetto di IceCube risale alla fine del 1999 e nell'ultimo decennio ha visto impegnate numerose nazioni, prima fra tutte gli USA, che attraverso la National Science Foundation hanno contribuito per 242 milioni di dollari (su un costo totale del progetto di $279), assegnando la direzione dei lavori alla University of Wisconsin-Madison, con principal investigator Francis Halzen.
IceCube è costituito di 86 ampi fori praticati verticalmente nei ghiacci del Polo Sud, nei dintorni della National Science Foundation's Amundsen-Scott South Pole Station. All'interno dei fori (scavati con uno speciale "trapano ad acqua calda", l'Enhanced Hot Water Drill, assemblato nel laboratorio di Scienze Fisiche di Stoughton, Wisconsin, e in grado di raggiungere 1 km di profondità in meno di un giorno), sono stati calati 60 sensori per ogni foro, fino a profondità comprese fra 1450 e 2450 metri. Alla sommità di ognuno degli 86 fori sono infine stati sistemati altri 4 sensori.
Il compito di IceCube è quello di registrare la debole luce rilasciata dalle collisioni dei neutrini con i nuclei atomici delle molecole d'acqua che compongono il ghiaccio. Poiché i neutrini interagiscono molto raramente con la materia, più è grande il rivelatore più probabilità ci sono di osservare gli eventi. Il ghiaccio delle profondità antartiche è inoltre particolarmente trasparente e ciò facilità il compito dei sensori.
A differenza di qualunque altro strumento scientifico destinato all'astrofisica, un rivelatore di neutrini può raccogliere dati ancor prima di essere ultimato, e infatti IceCube già dal 2005 fornisce preziose informazioni sui neutrini solari e su quelli derivanti dai raggi cosmici. Ora che tutti i sensori sono stati posizionati, i ricercatori si aspettano di raggiungere un livello di sensibilità tale da registrare con relativa facilità i neutrini generati dalla formazione di stelle di neutroni e buchi neri sia galattici che extragalattici.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: Stoughton, Wisconsin