6 Nov. 2010

 

Luna: scoperti nuovi tipi di rocce

 

Era dagli anni Settanta che non venivano scoperti nuovi tipi di rocce lunari: l'ultima volta riguardò un tipo di basalto portato sulla Terra dagli astronauti delle missioni Apollo, nel quale si riscontrò una bassa percentuale di titanio.
I nuovi ritrovamenti riguardano invece due giacimenti mineralogici posti direttamente sulla Luna, che hanno mostrato di contenere, oltre ai soliti piroxene e olivina, che sono tipici della superficie lunare, anche una quantità insolitamente alta ossidi metallici, in particolare ossidi di magnesio e di cromite.
Il primo giacimento appare concentrato in un'area ampia appena 1-2 km lungo l'anello più interno del Mare Moscoviense, che si trova sulla faccia nascosta del nostro satellite.
Nelle adiacenze non esiste alcun cratere o altra struttura che possa far pensare a terreni esposti in tempi relativamente recenti o a materiale portato dall'esterno, sembra quindi trattarsi di un'anomala concentrazione di spinelli (termine generico che indica ossidi metallici), rimasta pressoché inalterata dalla formazione della Luna.
Autrice di questa prima scoperta è Carle Pieters, planetologa alla Brown University (Providence), che con il suo team di ricercatori ha utilizzato le osservazioni spettroscopiche del Moon Mineralogy Mapper (M3) della NASA, alloggiato sulla sonda indiana Chandrayaan-1. I risultati del lavoro sono stati presentati all'ultimo meeting della Geological Society of America.
Anche il secondo giacimento è stato scoperto grazie ai dati raccolti da M3, e la sua posizione è curiosa: si trova praticamente al centro della faccia visibile della Luna, dove l'uomo ha guardato per millenni, ma evidentemente mai prima d'ora con uno strumento in grado di identificare con grande precisione i singoli minerali presenti sulla superficie.
Autrice di questa seconda scoperta è Jessica Sunshine (della University of Maryland) che con il suo team ha individuato tre depositi piroclastici vicini fra loro (originati da eruzioni), uno dei quali mostra una composizione mineralogica molto diversa dagli altri due, evidenziando anch'esso un'abbondante presenza di spinelli, particolarmente ricchi di cromo.
Sia la Pieters sia la Sunshine non sanno al momento come interpretare le anomalie mineralogiche evidenziate da M3, ma concordano sul fatto che uno studio più approfondito di quei giacimenti può fornire preziose informazioni sull'origine della Luna.
Nelle immagini in alto, un esempio di mappatura effettuato dalla sonda Chandrayaan-1, che ha orbitato attorno alla Luna per 10 mesi fra il 2008 e il 2009.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: Brown University, University of Maryland, NASA