Era dagli anni Settanta che non
venivano scoperti nuovi tipi di rocce lunari: l'ultima volta riguardò un
tipo di basalto portato sulla Terra dagli astronauti delle missioni
Apollo, nel quale si riscontrò una bassa percentuale di titanio.
I nuovi ritrovamenti riguardano invece due giacimenti mineralogici posti
direttamente sulla Luna, che hanno mostrato di contenere, oltre ai
soliti piroxene e olivina, che sono tipici della superficie lunare,
anche una quantità insolitamente alta ossidi metallici, in particolare
ossidi di magnesio e di cromite.
Il primo giacimento appare concentrato in un'area ampia appena
1-2 km lungo l'anello più interno del Mare Moscoviense, che si trova
sulla faccia nascosta del nostro satellite.
Nelle adiacenze non esiste alcun cratere o altra struttura che possa far
pensare a terreni esposti in tempi relativamente recenti o a materiale
portato dall'esterno, sembra quindi trattarsi di un'anomala
concentrazione di spinelli (termine generico che indica ossidi
metallici), rimasta pressoché inalterata dalla formazione della Luna.
Autrice di questa prima scoperta è Carle Pieters, planetologa alla Brown University
(Providence), che con il suo team di ricercatori ha utilizzato le osservazioni spettroscopiche
del Moon Mineralogy Mapper (M3) della NASA, alloggiato sulla sonda
indiana Chandrayaan-1. I risultati del lavoro sono stati presentati
all'ultimo meeting della Geological Society of America.
Anche il secondo giacimento è stato scoperto grazie ai dati raccolti da
M3, e la sua posizione è curiosa: si trova praticamente al
centro della faccia visibile della Luna, dove l'uomo ha guardato per
millenni, ma evidentemente mai prima d'ora con uno strumento in grado di
identificare con grande precisione i singoli minerali presenti sulla
superficie.
Autrice di questa seconda scoperta è Jessica Sunshine (della University of Maryland)
che con il suo team ha individuato tre depositi piroclastici vicini fra
loro (originati
da eruzioni), uno dei quali mostra una composizione mineralogica molto
diversa dagli altri due, evidenziando anch'esso un'abbondante presenza di
spinelli, particolarmente ricchi di cromo.
Sia la Pieters sia la Sunshine non sanno al momento come interpretare le
anomalie mineralogiche evidenziate da M3, ma concordano sul fatto che
uno studio più approfondito di quei giacimenti può fornire preziose
informazioni sull'origine della Luna.
Nelle immagini in alto, un esempio di mappatura effettuato dalla sonda
Chandrayaan-1, che ha orbitato attorno alla Luna per 10 mesi fra il 2008
e il 2009. |