E' stato pubblicato su Chemical Communications, a firma
di Nora H. de Leeuw (University College London) e altri suoi colleghi,
un importante articolo secondo il quale l'acqua presente sul nostro
pianeta non è di origine extraterrestre.
Finora si era ritenuto che le alte temperature tipiche di quella parte
del disco di accrescimento in cui prese forma la Terra fossero troppo
elevate per consentire alle molecole d'acqua di rimanere "aggrappate" ai
grani di polvere, e quindi di partecipare alla creazione del nostro
pianeta.
Per spiegare la massiccia presenza di acqua in superficie, nel sottosuolo
e anche combinata con altri elementi si era pertanto ipotizzato che
fosse stata successivamente portata da innumerevoli oggetti cometari
impattati sul nostro pianeta. Ma qualcosa non quadrava, perché le comete
sono ben più ricche di deuterio (isotopo pesante stabile dell'idrogeno)
di quanto non siano i nostri mari.
Più recentemente è stato suggerito che l'acqua terrestre possa provenire
da impatti di asteroidi (vedi relativa
news), ma nemmeno in questo caso i riscontri sono del tutto convincenti.
Insomma, la teoria della provenienza extraterrestre "fa acqua da tutte
le parti", anche perché il lavoro della de Leeuw e del suo team, consistente
in una serie di simulazioni al computer, offre un modello ben più
verosimile.
Il team ha calcolato la capacità delle molecole d'acqua di rimanere
attaccate ai grani di olivina, minerale comunissimo nel nostro sistema
solare, fondamentale per l'accrescimento dei pianeti e tipico anche di dischi
protoplanetari extrasolari. Per via della superficie mediamente
irregolare dei grani, è risultato che per riuscire a legarsi con essi le
molecole d'acqua necessitano di una rilevante energia.
Ma ciò significa che anche per rompere quel legame è necessaria
altrettanta energia, che tradotta in temperatura supera i 630°C. E
poiché si calcola che alla distanza dal Sole in cui la Terra ha preso
forma le temperature erano inferiori, si giunge alla conclusione che il
materiale da cui è nato il nostro pianeta era ricco di acqua, e potrebbe non
servire cercare soluzioni più esotiche per giustificare l'attuale
situazione idrologica.
Chiaramente, le elevate temperature generate dall'accrescimento stesso
della Terra sono poi state più che sufficienti a "staccare" l'acqua
dall'olivina, ma ormai c'era abbastanza forza gravitazionale da impedire
a quelle preziose molecole di disperdersi nello spazio, obbligandole a
restare in atmosfera e quindi a precipitare al suolo una volta diminuite
le temperature superficiali. |