La domanda sorge spontanea dopo l'occultazione di una
stella di magnitudine 17 avvenuta lo scorso 6 novembre. Ad occultarla è
stato proprio Eris, il pianeta nano scoperto nel 2005 dal team di Mike Brown
e presto divenuto famoso perché tramite il telescopio spaziale Hubble si
era appurato che il suo diametro era leggermente superiore a quello di
Plutone, ed era pertanto il più grande dei pianeti nani, nonché il più
grande di tutti gli oggetti transnettuniani noti (dista in media 67,67
ua dal Sole).
Ma ora dal Sudamerica arrivano notizie che mettono in discussione quel
primato.
Sebbene l'occultazione fosse stata prevista con molto anticipo,
il suo esatto percorso era piuttosto incerto, ma di sicuro coinvolgeva la parte
settentrionale del Cile, sede di numerosi telescopi adatti alla sua
osservazione.
Fra questi uno specialista, il TRAnsiting Planets and PlanetesImals Small Telescope
(TRAPPIST, nella foto), di 60 cm di diametro, collocato a La Silla e gestito per l'occasione da Emmanuël Jehin (University of Liège, Belgio).
Nella sequenza di immagini distanziate di 4,5 secondi prese con questo
strumento, l'occultazione è risultata durare circa 27 secondi, contro i
circa 2 minuti previsti.
Da un secondo sito, il San Pedro de Atacama Celestial Explorations Observatory, posto 740 km più a nord e dotato
del PlaneWave telescope di 50 cm di diametro,
Sebastian Saravia, Alain Maury e Caisey Harlingten hanno registrato
un'occultazione lunga 76 secondi.
Stessa località, altra cupola, telescopio di 40 cm di diametro comandato
in remoto da Jose-Luis Ortiz (Institute of Astrophysics of Andalusia, Spagna),
risultati equiparabili ai precedenti.
Nessuna occultazione, invece, è stata registrata da due siti osservativi
argentini, e il tutto ha permesso di delineare con sufficiente
precisione l'ampiezza del fenomeno e di calcolare per Eris un diametro
inferiore a 2340 km e probabilmente compreso fra 2250-2300 km, quindi
inferiore, anche se di pochissimo ai 2340-2350 km calcolati per il diametro di
Plutone.
Ricordiamo che il precedente diametro di Eris, stimato con varie
tecniche, soprattutto infrarosse, si collocava fra i 2400 e i 3000 km,
ma il fatto che l'asse di rotazione del pianeta nano punti in questa
epoca verso il Sole, espone alla nostra vista in maniera permanente un
emisfero "caldo" che porta a una sovrastima del diametro nel dominio
infrarosso.
Poiché, grazie alla presenza del satellite Dysnomia in orbita attorno a
Eris, di quest'ultimo è stato possibile stimare anche la massa, fissata
al 125% di quella di Plutone, e poiché la massa rimane ovviamente
inalterata a fronte di un diametro che invece è ora più ridotto, accade
inevitabilmente che deve essere incrementato il valore della densità,
ora fissata a 3g/cm3.
Calando il diametro di Eris cala anche la superficie, ma restando
inalterata la luminosità apparente (magnitudine 18,7), aumenta il valore
medio dell'albedo, che raggiungendo almeno il 90% è ora paragonabile a
quella del ghiaccio d'acqua. |