10 Nov. 2010

 

Scoperta un'enorme struttura galattica

 

E' sbucata quasi all'improvviso dalla nebbia di fotoni ultraenergetici che permea la nostra galassia una gigantesca struttura costituita da due bolle di radiazione gamma disposte una a nord e una sud della regione centrale del piano galattico.
Che qualcosa di eccezionale dovesse esistere in quella posizione lo si era già sospettato in passato a seguito dei rilevamenti effettuati dai satelliti Roentgen (raggi X) e WMAP (onde radio), che avevano suggerito la presenza di enormi bolle di radiazione appoggiate sul nucleo della Galassia.
Ma la loro chiara identificazione è stata possibile solo ora e attraverso il Fermi Gamma-ray Space Telescope della NASA (missione partecipata da USA, Francia, Germania, Italia, Giappone e Svezia). Grazie ai dati da esso raccolti e utilizzando raffinati modelli sull'emissione diffusa della radiazione gamma attorno al nostro sistema galattico, Doug Finkbeiner, astronomo dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, è riuscito nell'impresa di isolare dal rumore di fondo il segnale raccolto da Fermi, evidenziando due bolle di emissione di radiazione gamma, ampie addirittura 25mila anni luce ciascuna, che coprono più della metà del cielo visibile, estendendosi dalla costellazione della Vergine a quella della Gru.
Sebbene la loro origine non sia ancora certa, possono essere essenzialmente due le cause capaci di produrre fotoni tanto energetici e di creare la struttura che vediamo oggi: un periodo di elevata attività del buco nero supermassiccio nascosto nel nucleo della Galassia, oppure un'elevatissima formazione di stelle concentrata nelle regioni centrali. In entrambi i casi il fenomeno potrebbe essere stato innescato dall'assorbimento di una galassia nana.
Dal momento che Fermi esegue una scansione dell'intero cielo ogni tre ore e poiché ogni scansione aggiunge nuove informazioni sulla distribuzione della radiazione gamma, in un prossimo futuro avremo un quadro ancora più dettagliato di questa sorprendente struttura a doppia bolla.
I risultati del lavoro di Finkbeiner e del team di Fermi saranno prossimamente pubblicati su The Astrophysical Journal.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: NASA, CfA