15 Nov. 2010

 

Le galassie barrate invecchiano prima

 

Galaxy Zoo 2, il "sequel" di Galaxy Zoo, ha prodotto la sua prima rilevante scoperta scientifica, sfociata in un articolo pubblicato di recente sul Monthly Notices della Royal Astronomical Society, a firma di Karen Masters e altri ricercatori del suo team (Institute of Cosmology and Gravitation at the University of Portsmouth, Royal Astronomical Society).
La scoperta riguarda le galassie spirali, la cui classificazione da parte dei volontari che prendono parte al progetto Galaxy Zoo 2 ha fatto emergere una forte correlazione fra la presenza della barra e il colore della galassia che ne è dotata. Più precisamente è stato dimostrato che le spirali dominate da tonalità rosse (al netto del redshift cosmologico) hanno circa il doppio delle probabilità di essere dotate di una barra rispetto alle spirali che brillano prevalentemente nel blu.
Il colore di una galassia è lo specchio della popolazione stellare che ospita e quindi le spirali barrate rosse sono prevalentemente composte di stelle rosse, ovvero di età mediamente avanzata, indice del fatto che la formazione di nuove stelle si è notevolmente ridotta da lungo tempo.
La ricorrente presenza della barra all'interno di galassie che risultano avere una popolazione stellare vecchia non è dunque casuale, anzi viene dato per certo che in qualche modo influenzi l'evoluzione delle galassie stesse, anche se finora non è chiaro come.
Di sicuro sappiamo che le barre spostano materiale (stelle, gas, polveri etc.) dentro e fuori i dischi galattici e di conseguenza alimentano i buchi neri supermassicci annidati nel cuore di gran parte delle galassie. Sappiamo anche (vedi news del 5 maggio scorso) che tali buchi neri hanno una pesante influenza sui processi di formazione stellare, spesso inibendoli, e questo forse chiude il cerchio.
Che le barre fossero particolarmente ricorrenti nelle galassie spirali rosse era già stato suggerito in precedenza, ma la casistica era insufficiente per trarre conclusioni, mentre ora, grazie all'enorme mole di dati prodotta dai volontari di Galaxy Zoo 2, il sospetto è divenuto una realtà scientifica, e poiché anche la nostra galassia è barrata, la scoperta si fa ancor più interessante.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: University of Portsmouth, Royal Astronomical Society