17 Nov. 2010

 

Nane bianche a rischio esplosione

 

Come sottoprodotto della ricerca di stelle iperveloci in fuga dalla Galassia, Warren Brown e il suo team di ricercatori dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics hanno recentemente scoperto una manciata di sistemi binari dalle caratteristiche molto particolari.
Si tratta di coppie di nane bianche che orbitano a brevissima distanza una dall'altra, meno di un raggio solare (quindi meno di 700mila km), con periodi prossimi ad appena un'ora. Oltre a ciò, sono insolitamente leggere rispetto alle nane bianche normali, circa un quinto della massa del Sole, e hanno anche la particolarità di essere composte prevalentemente di elio, quando invece la maggior parte delle nane bianche sono composte soprattutto di carbonio e ossigeno, ovvero di ciò che rimane dopo che una stella di dimensioni solari, al termine della sua esistenza, si libera degli strati esterni attraverso la fase di gigante rossa.
Evidentemente le nane bianche scoperte da Brown e colleghi devono aver attraversato una fase di "alleggerimento" la cui causa va cercata proprio nel fatto di avere una compagna a brevissima distanza. Come sottolinea Carlos Allende Prieto, astronomo presso l'Instituto de Astrofisica de Canarias e coautore della ricerca, "queste stelle sono in orbite talmente strette, che le forze di marea portano a enormi perdite di massa".
Ma non solo a quelle, perché la "morsa" gravitazionale che tiene legate le coppie di nane bianche perturba così sensibilmente il continuo spazio-temporale da produrre, come vogliono diversi modelli, onde gravitazionali. La loro generazione ed espansione non è però a costo zero, infatti sottrae energia gravitazionale al sistema binario che, già strettissimo, tende a stringersi sempre più finché le due nane bianche cadono una addosso all'altra in tempi dell'ordine dei 100 milioni di anni.
Quando due nane bianche si fondono, l'astro che si forma dalla somma delle loro masse supera solitamente il limito critico che porta all'esplosione come supernova di tipo Ia, ma poiché nei pochi casi di binarie evidenziati dal team di Brown le masse sono inferiori alla media, ciò che ci si aspetta possa aver luogo è una supernova ipoluminosa, una raro tipo di supernova 100 volte più debole delle Ia e capace di liberare nello spazio esterno solo un quinto della massa mediamente liberata dalle Ia. A sostegno di questa ipotesi c'è il fatto che il tasso di supernovae ipoluminose appare coerente con il numero di nane bianche binarie sottopeso.
Nell'illustrazione in alto è rappresentato
uno dei nuovi sistemi binari scoperti, J0923+3028, nel quale la componente maggiore ha 0,23 masse solari, mentre quella minore, più densa e non visibile direttamente, arriva a 0,44 masse solari. Le due nane sono separate di circa 350mila km.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: Clayton Ellis (CfA)