22 Nov. 2010

 

Anche le ellittiche producono stelle

 

Deve essere ormai del tutto abbandonata l'idea che vede nelle galassie ellittiche una sorta di museo dell'evoluzione stellare, dove ad essere rappresentate sono solo stelle vecchie di miliardi di anni. E' stato infatti appurato che almeno un terzo delle ellittiche ospitano al loro interno una popolazione di giovani stelle, con età comprese fra pochi milioni e qualche centinaio di milioni di anni.
Soprattutto negli ultimi cinque anni, grazie ai dati raccolti dal Galaxy Evolution Explorer (GALEX) e tramite altre osservazioni condotte prevalentemente nel vicino ultravioletto su numerose galassie ellittiche, la presenza di stelle blu e quindi di stelle di giovane età è risultata evidente.
L'ultimo esempio viene da un recente studio, condotto dal team di Mark Crockett (University of Oxford) con la Wide Field Camera 3 dell'HST, e di prossima pubblicazione su The Astrophysical Journal, che ha messo in evidenza giovani stelle blu nel nucleo di NGC 4150.
La nuova componente stellare risulta distribuita su una regione ampia circa 1300 anni luce, che nell'immagine in alto è stata riquadrata e ingrandita. Oltre alla luce prodotta dalle grandi stelle blu (che inevitabilmente suggeriscono anche la presenza di nuove stelle di taglia minore) si notano facilmente strutture di gas e polveri che tendono a invorticarsi seguendo la rotazione della galassia.
L'età media delle stelle di NGC 4150 era considerata di 10 miliardi di anni, valore ora da ritoccare poiché le nuove stelle appartenenti al nucleo hanno età comprese fra 50 e 400 milioni di anni, limiti di tempo utili a individuare la causa che ha portato al recente periodo di formazione.
Secondo Crockett e colleghi, circa un miliardo di anni fa NGC 4150 ha iniziato a inglobare una galassia nana, dalla quale ha tratto il gas necessario a dar vita alle nuove stelle. Una volta completata la fusione, la produzione di nuovi astri è cessata. La scarsa presenza di metalli rilevata nelle giovani stelle fa propendere per la fusione con una nana primordiale, poco evoluta e con dimensioni circa 20 volte inferiori a quelle di NGC 4150.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: NASA, ESA, R.M. Crockett (University of Oxford, U.K.)