Sono stati anticipati su
The Astrophysical Journal online i risultati di una ricerca che ha
svelato la presenza di galassie molto massicce in un'epoca lontana solo
1,5-2 miliardi di anni dal Big Bang. Le loro dimensioni superano di 5-10
volte quelle della nostra galassia e appaiono estremamente luminose
nell'infrarosso (un esempio è nell'illustrazione qui sopra).
Ad effettuare la scoperta è stato un team internazionale di ricercatori
guidato da Danilo Marchesini, professore di Fisica e Astronomia presso
la Tufts School of Arts and Sciences (Massachusetts).
A far notizia è il fatto che secondo i modelli più in auge non
dovrebbero esistere galassie così grandi in quell'epoca dell'universo,
dove il redshift è compreso fra z=3 e z=4, e dove ci si aspetta di
trovare galassie mediamente più piccole della nostra,
aggregatesi di recente a partire dalla fusione di galassie ancora più piccole.
A complicare le cose ci si mette anche il fatto che l'80% delle galassie
giganti scoperte sono molto più luminose nell'infrarosso di quanto sia
lecito attendersi a quelle distanze, e ciò confermerebbe che sono ancora
in atto processi di formazione stellare molto intensi, pari a qualche
migliaio di nuove stelle all'anno per ogni galassia, contro le circa 10 unità
prodotte dalla nostra nell'epoca attuale. Ed è soprattutto questa
circostanza che la teoria non riesce a interpretare.
C'è però una spiegazione alternativa che potrebbe almeno in parte
giustificare quanto osservato da Marchesini e colleghi: l'intensa
radiazione infrarossa potrebbe essere il risultato dell'attività di
nuclei galattici estremamente vivaci in un'epoca in cui le galassie
erano già ricche di polveri lasciate da generazioni stellari giunte al
termine della loro evoluzione.
Quell'epoca viene collocata a circa 2,5 miliardi di anni dal Big Bang e
le consistenti polveri di quelle grandi galassie potrebbero oscurare a
tal punto gli AGN da assorbirne quasi totalmente la luce ultravioletta,
riscaldarsi e quindi riemetterla a frequenze infrarosse.
Questa interpretazione offre un quadro meno lontano dalla teoria
(strutture un po' più vicine e quindi un po' meno grandi, e minore
produzione stellare), ma pone nondimeno delle galassie di dimensioni inattese a distanze dove
nessuno si aspettava di osservarle. |