E' risaputo che le stelle nascono dalla contrazione gravitazionale del
gas contenuto nelle nebulose diffuse, e quanto più è elevato il
quantitativo del gas a disposizione, tanto più elevato è il numero delle
stelle che prendono forma. Questo è ciò che finora si è creduto.
In realtà, come ha stabilito una ricerca condotta da Charlie Lada e alcuni
suoi colleghi dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, non è
affatto vero che sono le nebulose più massicce a produrre il maggior
numero di stelle, anzi, sembra proprio che accada il contrario.
La ricerca, i cui risultati sono apparsi su The Astrophysical Journal,
si è concentrata su 11 regioni di formazione stellare, molto diverse fra
loro per quanto riguarda la massa, comprendendo nebulose di 800 masse
solari fino alla gigantesca California Nebula che raccoglie gas per ben
100mila masse solari.
Il tasso di formazione stellare nelle singole regioni, stimato
dall'osservazione infrarossa di giovani stelle, differisce anch'esso
notevolmente da una nebulosa all'altra, variando da poche stelle ogni
milione di anni a diverse migliaia di stelle ogni milione di anni.
Curiosamente, il tasso di produzione più elevato è stato riscontrato
nelle regioni nebulari più piccole fra quelle esaminate, mettendo
seriamente in discussione l'ipotesi secondo la quale è la massa totale
delle nebulose a influenzare maggiormente la produzione di stelle.
In realtà il fattore scatenante è la densità del gas, indipendentemente
dalla sua quantità totale, e ciò è risultato evidente a Lada e colleghi
quando hanno misurato il livello di estinzione della luce delle giovani
stelle sia nel visibile sia nell'infrarosso: le nebulose più opache e quindi più dense sono risultate essere
quelle più produttive e quindi si spiega il basso "tasso di natalità"
della California Nebula, che oltre ad essere la più massiccia è anche la
meno densa. |