30 Nov. 2010

 

Merging ultraluminoso nell'infrarosso

 

La galassia II Zw 096, distante circa 500 milioni di anni luce, nella costellazione del Delfino, continua ad attirare l'attenzione dei ricercatori per il fatto di essere una delle più brillanti nell'infrarosso fra tutte quelle appartenenti all'universo vicino.
Il motivo per cui è tanto luminosa in quella regione dello spettro elettromagnetico va ricercato nel fatto che II Zw 096 non è in realtà una singola galassia, ma è piuttosto un oggetto composto da due galassie spirali che si stanno scontrando. In questo caso è normale attendersi un aumento di luminosità a varie lunghezze d'onda, favorito dalla produzione di nuove stelle, causata dal gas e dalle polveri delle galassie che si compenetrano.
Il luogo che tipicamente si "accende" è il nucleo delle galassie, ma nel caso di II Zw 096 ad essere luminosissima nell'infrarosso è una regione periferica ampia circa 700 anni luce e capace di produrre l'80% della luce infrarossa irradiata dall'intera II Zw 096, che a sua volta si estende per 50-60mila
anni luce.
Studiata recentemente attraverso lo Spitzer Space Telescope dalla ricercatrice Hanae Inami (The Graduate University for Advanced Studies in Japan), in collaborazione con Lee Armus (senior research astronomer presso lo Spitzer Science Center), la regione ultraluminosa nell'infrarosso di
II Zw 096 è risultata avere un tasso di produzione stellare pari a circa 100 masse solari all'anno, il più alto che si conosca per una regione così piccola.
A produrre l'intensa radiazione infrarossa sono consistenti nubi di polveri che avvolgo le giovani stelle e che si riscaldano assorbendo la radiazione ultravioletta delle stelle medesime, che viene poi riemessa come radiazione infrarossa.
Aver scoperto che il "punto più caldo" generato dallo scontro di due galassie non coincide necessariamente con il nucleo di una delle due (o con il nucleo risultante dalla fusione delle due), pone non pochi problemi nello studio di galassie appartenenti al lontano universo, dove l'accrescimento per fusione è molto più frequente di quanto lo sia nella nostra epoca.
Un evento come quello osservato in II Zw 096 è infatti di durata relativamente breve e per la sua intensa luminosità avrebbe potuto essere interpretato diversamente se osservato a distanze ben maggiori.
II Zw 096 ci dà anche un'anticipazione di ciò che potrebbe avvenire fra 4,5 miliardi di anni, quando a fondersi saranno la nostra galassie e M31 in Andromeda: un'eventuale superproduzione stellare in regioni periferiche potrebbe interessare anche il nostro sistema solare.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: NASA/JPL-Caltech/STScI/H. Inami (SSC/Caltech)