Negli ultimi decenni abbiamo avuto la conferma che gli impatti di
corpi minori contro i pianeti del sistema solare, Giove e Saturno in
particolare, non sono un fenomeno relegato al passato, ma sono bensì
eventi molto attuali.
Il numero di piccoli nuclei cometari e asteroidi che incrociano
pericolosamente le orbite planetarie è dunque più elevato di quanto
ritenuto fino agli anni '80-'90, e ciò viene ora ulteriormente
confermato da due lavori pubblicati su Science da due team di
ricercatori guidati da Mark R. Showalter,
Matthew M. Hedman e Joseph A. Burns (SETI Institute e Cornell University, Ithaca NY).
I due lavori, attraverso l'analisi di immagini prese in anni diversi
dalle sonde Galileo, Cassini e New Horizons, mettono in evidenza le
tracce del passaggio di oggetti di taglia cometaria nei sistemi di
anelli di Giove (nella foto) e Saturno, e ne ricostruiscono la
dinamica, riuscendo a risalire al periodo dei singoli eventi.
Quando un oggetto attraversa un anello ne provoca la leggera
inclinazione sul piano orbitale, che a sua volta genera
un'increspatura che la precessione del medesimo piano moltiplica
fino a generare numerose "onde" a spirale, che poi col tempo
tendono a confondersi e a svanire, uniformando nuovamente l'anello.
Immagini prese dalla sonda Galileo nel 1996 e nel 2000, hanno
evidenziato nell'anello di Giove più increspature sovrapposte, la
maggiore delle quali derivante da un'inclinazione iniziale di circa
2 km riconducibile al celebre impatto della cometa Shoemaker-Levy 9
nel 1994, uno o più frammenti della quale hanno evidentemente
attraversato l'anello. Due increspature minori sono poi state
rilevate nel 2007 dalla sonda New Horizons.
Strutture simili, individuate dalla Cassini, risultano evidenti
anche negli anelli C e D di Saturno. Di queste, una particolarmente
interessante è emersa nel 2009 grazie al fatto che gli anelli erano
visibili di taglio: si tratta di una corrugazione alta appena da 2 a
20 metri, ampia da 30 a 80 km, la cui origine viene fatta risalire
al 1983, quando negli anelli è presumibilmente transitata una nube
di frammenti cometari, che ha portato quella sezione di anelli a
inclinarsi di un centinaio di metri sul piano orbitale.
Al di là dell'importanza dei singoli eventi, è interessante notare
come dallo studio delle increspature negli anelli dei pianeti emerga
un sistema solare ben più dinamico di quanto sinora ritenuto. |