Alcuni ricercatori dell'Imperial College London, guidati da Richard Court
(Department of Earth Science and Engineering) hanno scoperto che circa 4 miliardi di anni fa le condizioni
climatiche di Terra e Marte erano molto più rigide di quanto finora
creduto. Tutta colpa di un'interminabile pioggia di micrometeoriti,
grandi come grani di zucchero,
che caratterizzò l'ultimo periodo di accrescimento dei due
pianeti, noto come Late Heavy Bombardment.
I ricercatori dell'ICL sono giunti a questa conclusione, pubblicata
lo scorso fine settimana su Geochimica et Cosmochimica Acta,
attraverso simulazioni di laboratorio nelle quali, per mezzo di una
tecnica chiamata "pirolisi flash", hanno vaporizzato a una
temperatura di 1000°C dei frammenti rocciosi del tutto simili a
micrometeoriti.
Misurando il quantitativo di gas prodotti nell'esperimento ed
estrapolando il risultato al quantitativo di micrometeoriti cadute
durante l'LHB, Court e colleghi hanno trovato che l'ammontare di
anidride solforosa (SO2)
rilasciata in atmosfera in un periodo valutabile in circa 100
milioni di anni doveva aggirarsi attorno ai 20 milioni di tonnellate
all'anno per la Terra e circa mezza tonnellata all'anno per Marte.
Poiché l'anidride solforosa tende a formare aerosol consistenti in
particelle solide e liquide, sia l'atmosfera della Terra sia quella
di Marte iniziarono a diventare più opache alla luce del Sole, tanto
che l'energia in grado di raggiungere il suolo era il 30% inferiore
a quella odierna. Quella situazione generò sul nostro pianeta una
glaciazione lunga milioni di anni, che ostacolò pesantemente la
nascita e lo sviluppo delle primitive forme di vita microbica.
Il
team di Court ha calcolato che per eguagliare il quantitativo di
anidride solforosa portato dalle micrometeoriti in quel lontano
passato, sarebbe necessaria un'eruzione del Pignatubo come quella
del 1991, ogni anno per 100 milioni di anni. |