Studi condotti con il telescopio spaziale Spitzer della NASA sull'oggetto
Herbig-Haro 34 (materia espulsa da una stella "in fasce" situata nella costellazione di
Orione), hanno messo in evidenza che le componenti di uno dei due getti
di materia che lo caratterizzano sono state emesse con 4 anni e
mezzo di ritardo rispetto a quelle dell'altro getto, pur essendo
perfettamente speculari.
Un oggetto Herbig-Haro (dai cognomi dei due ricercatori che per
primi li catalogarono) rappresenta una fase transiente della vita di una
stella, in cui questa inizia a contrarsi, generando un disco di
accrescimento e due getti simmetrici e opposti attraverso i quali
espelle gas e polveri in eccesso. Il meccanismo che innesca
l'espulsione non è chiaro, ma è probabilmente governato da onde
sonore che si propagano dalla stella nascente al disco.
Finora si era creduto che la regione attorno alla stella interessata
dalla formazione dei getti potesse essere ampia anche 30 unità
astronomiche (la distanza Sole-Nettuno), ma nel caso di Herbig-Haro
34, conoscendo ora il ritardo dell'uscita delle componenti di un
getto rispetto all'altro, la loro velocità di allontanamento dal
bozzolo stellare e la velocità di propagazione tipica delle
onde sonore in quella fase della vita stellare (attraversata anche
dal nostro Sole), il team di ricercatori che si è occupato dello
studio (fra i quali Alberto Noriega-Crespo of NASA's Spitzer Science Center at the California Institute of Technology in Pasadena)
è giunto alla conclusione che i getti possono essere stati generati
in una regione ampia solo 3 unità astronomiche.
Attualmente, quello di Herbig-Haro 34 è l'unico caso in cui un
oggetto di questo tipo presenta una sfasatura temporale
nell'emissione dei getti, una scoperta resa possibile unicamente
dalla capacità di Spitzer di penetrare una spessa coltre nebulare,
evidenziando così anche il secondo getto (immagine di destra, IR),
mentre il primo era noto da tempo (immagine di sinistra, visibile). |