Saranno prossimamente pubblicati sul Monthly Notices della Royal Astronomical Society
i risultati di una ricerca che ha permesso di stimare l'età media delle stelle che
compongono una remotissima galassia, la cui luce data a quando
l'universo aveva solamente 950 milioni di anni.
Non è la galassia più distante finora scoperta, ma è la più distante
fra quelle esaminate con sufficiente precisione: le sue stelle sono
vecchie di 750 milioni di anni. Ciò
vuol dire che sono nate quando l'universo aveva appena 200 milioni
di anni e la loro presenza può aiutare i ricercatori a capire quando
e come l'universo stesso fu reionizzato. Non appena le prime stelle
cominciarono a brillare, infatti, la loro radiazione ultravioletta
iniziò a strappare elettroni dalle vastissime quantità di atomi di
idrogeno libero nello spazio interstellare, mettendo fine a quel
periodo definito "dark ages", i tempi bui in cui materia e
radiazione interagivano continuamente.
Una sola galassia non può ovviamente aver creato una simile svolta, e
pertanto a quella distanza e con quelle caratteristiche ce ne devono
essere tantissime altre, ma per ora ne conosciamo abbastanza bene
solo una. Questo perché è
l'unica alla portata degli attuali telescopi, grazie al fatto di
essere stata amplificata nella luminosità di ben 11 volte da una
lente gravitazionale rappresentata dall'ammasso di galassie Abell
383 (visibile nella foto qui sopra, presa con la Wide Field Camera 3
e la Advanced Camera for Surveys dell'HST, fra il novembre 2010 e il marzo 2011;
è indicata la doppia immagine della galassia amplificata).
Ci sono volute diverse sessioni osservative dei telescopi spaziali
Hubble e Spitzer, in aggiunta agli strumenti del Keck Observatory
(Hawaii), affinché alcuni ricercatori
guidati da Johan Richard, del Center for Astronomical Research, Observatory of Lyon,
riuscissero nell'impresa di identificare la lontanissima galassia e di
stimare l'età delle sue stelle.
Dopo questa importante scoperta, si fa ancora più spasmodica
l'attesa del lancio, verso la fine del decennio, del più potente
telescopio spaziale della NASA, il James Webb Space Telescope (JWST),
che sarà in grado di studiare in dettaglio, anche senza l'aiuto
delle lenti gravitazionali, le primissime galassie apparse
nell'universo. |