Grazie al telescopio spaziale per raggi X Chandra, sono state
identificate sul piano galattico alcune stelle di enormi dimensioni,
che potrebbero essere le prime di una cospicuo gruppo rimasto finora
nascosto a causa del sovraffollamento che caratterizza quelle
regioni della nostra galassia.
Si tratta di quattro astri di almeno 25 masse solari ciascuno, posti
a distanze dalla Terra comprese fra 7500 e 18mila anni luce. Per via
della rilevante massa non possono che avere un'età di pochi milioni
di anni, diversamente sarebbero già esplose come supernovae.
Ovviamente quelle stelle irradiano luce anche a lunghezze d'onda
maggiori dei raggi-X, tanto che le si è potute registrare anche con
il telescopio spaziale Spitzer, sensibile all'infrarosso, con il
quale è stata ottenuta l'immagini qui sopra (nel centro due
riquadri, opportunamente scuriti, risaltano le due sorgenti risolte
da Chandra).
Ma nell'infrarosso, così come nel visibile, l'ostacolo prodotto
dalle polveri del piano galattico non aveva permesso di capire la
natura di quegli astri. Il fatto invece che risultino brillanti nei
raggi X aiuta a comprendere l'ambiente in cui si trovano, i
meccanismi che lo regolano e la natura dei protagonisti.
Poiché le stelle di enorme massa sono in grado di produrre venti che
abbandonano la loro superficie a velocità superiori ai 3 milioni di
km/h, se hanno compagne che producono anch'esse un vento rilevante
l'impatto fra le due correnti è talmente potente da generare
temperature superiori ai 100 milioni di gradi e quindi un
consistente flusso di raggi X.
Ora l'obiettivo per Chandra, ma anche per il suo omologo XMM-Newton,
è quello di identificare altre sorgenti galattiche simili fra le
oltre 100 già segnalate da precedenti satelliti per raggi X ma sulla
cui reale natura per ora ci sono solo ipotesi. |