21 Apr. 2011

 

I colori della vegetazione extraterrestre

 

Prevedere quali possano essere i colori dominanti dell'eventuale vegetazione presente su pianeti di altri sistemi solari è un esercizio che di tanto in tanto mette alla prova i ricercatori. Questa volta a proporre un possibile scenario è stato Jack O'Malley-James, della University of St Andrews, che ha ristretto il campo d'indagine ai sistemi stellari doppi e tripli, contenenti stelle comprese fra il tipo solare e le nane rosse. Ristretto si fa per dire, perché oltre ad essere fra le più popolose, quelle due classi di stelle hanno anche, rispettivamente, il 25% e 50% dei loro rappresentanti legati in sistemi multipli.
L'obiettivo di
O'Malley-James era quello di capire quanto la presenza di più soli può influire sul colore di una vegetazione extraterrestre, ipotizzata peraltro simile a quella tipica del nostro pianeta, quindi basata sulla fotosintesi che trasforma luce in energia.
Le simulazioni hanno preso in considerazione sia possibili pianeti di taglia terrestre in orbita attorno a una coppia di stelle vicinissime fra loro, sia pianeti orbitanti un membro di un sistema multistellare con componenti assai distanti fra loro, sia la combinazione dei due precedenti scenari.
I risultati ottenuti, presentati al National Astronomy Meeting della RAS (che si conclude oggi a Llandudno, Galles), mettono in evidenza l'importanza della temperatura superficiale della stelle che illumina l'ipotetica vegetazione, e ciò non tanto per la quantità di calore che può raggiungere quest'ultima, variabile con la distanza del pianeta, quanto piuttosto per il colore della stella e quindi della sua luce.
Se a dominare in cielo è ad esempio una nana rossa, e con quella sincronizzano il proprio ciclo vitale le piante di un determinato pianeta, per poter assorbire quanta più luce possibile, includendo anche l'infrarosso, le foglie potrebbero assumere una pigmentazione nera. In casi opposti, magari con due stelle di tipo solare che brillano assieme in cielo, una vegetazione di tipo terrestre potrebbe difendersi dall'eccesso di radiazione sviluppando "filtri" capaci di bloccare i raggi ultravioletti.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: J O'Malley-James, University of St Andrews