Il povero Plutone, già scacciato nel 2006 dal "club" dei pianeti
normali del nostro sistema solare, potrebbe rischiare ora di perdere anche
la qualifica di pianeta nano per acquisire quella di cometa. A
questa inattesa (e forse esagerata) conclusione si può giungere
leggendo i risultati di una ricerca condotta con il radiotelescopio
James Clerk Maxwell di 15 metri delle Hawaii da J.S. Greaves, Ch.
Helling e P. Friberg (University of St Andrews, UK, e University
Park, USA) sulla tenue atmosfera del gelido pianeta.
Come noto, Plutone ha un'orbita anomala che
per un tratto, percorso dal
pianeta in venti anni, è interna a quella di Nettuno. Quel tratto è
stato percorso ultimamente fra il 1979 e il 1999, con il perielio
raggiunto nel 1989. Il maggior riscaldamento subito da Plutone in
quell'occasione e l'arrivo di stagioni più miti in regioni
precedentemente immerse in un buio secolare deve necessariamente
aver movimentato lo scambio di elementi volatili fra superficie e
atmosfera, come dimostrano elaborazioni dell'albedo derivate da
immagini prese negli ultimi decenni.
Nel 2000 e negli anni subito successivi era stato misurato un
incremento di CO (monossido di carbonio) nell'atmosfera di Plutone,
dovuto alla sublimazione dei ghiacci nel polo illuminato. Ci si
aspettava che i venti generati dal disequilibrio termico avrebbero
presto trasferito il CO e gli altri elementi volatili fonora
scoperti (soprattutto azoto ma anche metano, etano e nitrile) verso
l'altro polo, con conseguente condensazione e caduta al suolo.
Ma ecco invece che il team di Greaves scopre che negli ultimi anni
il livello di CO nell'atmosfera ha continuato ad aumentare anziché
diminuire, con il gas che è arrivato ad espandersi fino a un quota
di 4500 km dal centro di Plutone (circa 4 raggi planetari). Una
possibile spiegazione allo strano fenomeno è che i ghiacci del polo
sud, usciti da un buio lungo 120 anni, sublimino più rapidamente di
quanto il polo nord impieghi a ricongelarli.
La scoperta più inattesa riguarda però un leggero redshift
evidenziato nello spettro del CO, fatto che indica un allontanamento
del gas atmosferico rispetto alla nostra posizione, fino a formare
una breve coda di tipo cometario.
Il fenomeno è evidentemente provocato dal debole vento solare che
raggiunge quelle remote regioni del sistema planetario, meno chiaro
è invece se c'è dispersione di elementi volatili e se questi vengono
riforniti dalla superficie.
Di sicuro c'è che ora Plutone mostra anche una vaga somiglianza con
le comete, e se consideriamo l'orbita anomala e la sua posizione
molto periferica, qualche sospetto nasce spontaneo. Sarà la sonda
New Horizons, fra 4 anni, a stabilire come stanno realmente le
cose... |