Alcuni astronomi cinesi, guidati da Fangjun Lu (Institute of High Energy Physics, Chinese Academy of Sciences in Beijing),
hanno dimostrato che il progenitore della supernova galattica
esplosa nel 1572, e osservata con particolare attenzione da Tycho
Brahe (dal quale ha preso il nome), aveva una stella compagna, e che
questa non era una nana bianca bensì molto probabilmente una stella
di tipo solare.
Per apprezzare l'importanza della scoperta bisogna considerare che
quella supernova era di tipo Ia, ed era pertanto una di quelle
"candele standard" utilizzate per misurare il tasso di espansione
dell'universo e il ruolo in esso giocato dall'energia oscura.
Sebbene sia comunemente accettato che all'origine delle supernovae
di tipo Ia vi sia la fusione di due nane bianche o il sovraccarico
di una sola nana bianca dovuto all'acquisizione di materia da una
stella compagna, riuscire a riconoscere tali scenari nella realtà
non è semplice.
Lu e colleghi ci sono riusciti interprentando correttamente una
struttura visibile nell'immagine di sinistra, dove è rappresentato
il residuo della supernova Tycho, ampio circa 20 anni luce, con
l'emissione di raggi X (in blu, registrata dal telescopio spaziale
Chandra) innescata dall'onda d'urto generata dal materiale espulso
durante l'esplosione, che preme contro gas e polveri circostanti.
La struttura in questione è il piccolo arco blu visibile poco in
basso a sinistra del centro immagine, la cui presenza può essere
spiegata ammettendo che il progenitore della supernova avesse una
stella compagna orbitante a brevissima distanza, e alla quale
esplodendo ha strappato della materia, che enormemente accelerata ha
finito a sua volta col creare un'onda d'urto, con conseguente
emissione di raggi X.
Se questo è realmente ciò che è accaduto, dove è finita la stella
compagna? Studi precedenti effettuati con telescopi ottici avevano
rivelato la presenza di una stella in rapidissimo movimento
all'interno del residuo. Combinando le proprietà di quest'ultima con
quelle dell'arco, il team di Lu ha potuto determinare il periodo
orbitale e la separazione fra le due stelle del sistema binario
prima dell'esplosione, risultati rispettivamente pari a circa 5
giorni e a meno di 1/10 di unità astronomica. L'illustrazione in
alto a destra (non in scala) sintetizza il tutto.
Aver trovato la traccia del materiale strappato alla compagna
equivale ad aver dimostrato che uno degli scenari più popolari che
descrivono le supernovae di tipo Ia è valido, un passo fondamentale
verso la corretta interpretazione della natura dell'energia oscura. |