24 Ago 2011

 

Vita terrestre su altri corpi planetari?

 

Sono stati versati fiumi di inchiostro per sostenere la possibilità che la vita terrestre sia nata in un posto diverso dal nostro pianeta. Un po' meno attenzione è invece rivolta alla possibilità opposta, cioè che sia stata la vita terrestre a migrare su altri pianeti e satelliti del nostro sistema solare.
Vari studi hanno dimostrato che in determinate condizioni un impatto asteroidale su un pianeta può strappare a quest'ultimo del materiale superficiale che finisce col disperdersi nello spazio. E' il motivo per cui sulla Terra sono stati recuperati frammenti di crosta marziana sotto forma di meteoriti.
La vita è presente sul nostro pianeta da oltre 3,5 miliardi di anni e in questo lunghissimo periodo si sono verificati numerosi impatti di asteroidi e comete in grado di accelerare frammenti di crosta terrestre a velocità superiori a quella di fuga dalla Terra, 11,2 km/s. Di certo sulla gran parte di quei frammenti erano presenti colonie batteriche che se sopravvissute al trauma dell'impatto possono anche essere sopravvissute nello spazio per circa 30.000 anni.
Con questi presupposti, alcuni ricercatori messicani guidati da Mauricio Reyes-Ruiz hanno effettuato una serie di elaborazioni per verificare almeno in teoria se meteoriti di origine terrestre possono essere caduti col loro carico di vita su altri corpi planetari. I risultati sono decisamente interessanti, e anche se necessitano di ulteriori verifiche ampliano notevolmente lo spazio entro il quale la vita terrestre può essere stata trasportata.
Reyes-Ruiz e colleghi hanno seguito la dinamica di 10.242 frammenti virtuali, aventi come velocità minima quella di fuga dalla Terra e velocità massime di circa 16,4 km/s, sufficienti a disperdere i frammenti al di fuori del sistema solare. I valori intermedi portano almeno una piccola parte dei frammenti a impattare Venere e la Luna se le velocità di fuga sono contenute (poco oltre gli 11,2 km/s) e preferibilmente se il materiale terrestre si è sollevato dall'emisfero opposto al senso di marcia sull'orbita.
Nel caso contrario e con velocità di almeno 11,62 km/s i frammenti sono in grado di raggiungere Marte, e ciò con una probabilità 100 volte superiore a quella fornita da lavori precedenti a quelli del team di Reyes-Ruiz. Per la prima volta è stata inoltre considerata la possibilità che i frammenti terrestri raggiungano il sistema di Giove, cosa possibile con velocità di fuga di almeno 14,28 km/s.
Da tutto ciò ad affermare che batteri terrestri possono aver colonizzato il sistema solare ce ne passa, anche perché l'impatto sul corpo di destinazione può essere fatale. Ma l'argomento resta comunque stimolante.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: M. Reyes-Ruiz, Universidad Nacional Autonoma de Mexico