30 Ago 2011

 

I segreti delle radiogalassie spirali

 

Ci sono sviluppi molto interessanti nello studio di un'esotica categoria di galassie particolarmente attive nel dominio delle onde radio, dove mostrano i caratteristici getti di particelle subatomiche, accelerate a velocità relativistiche da un buco nero supermassiccio annidato nel nucleo.
Tali getti sono tipici delle galassie ellittiche e solo rarissimamente si presentano anche nelle spirali, tanto che di questi casi se ne conoscono solo due, il più rilevante dei quali è quello di una spirale denominata Speca (da Spiral-host Episodic radio galaxy tracing Cluster Accretion), distante circa 1,7 miliardi di anni luce e appartenente a un ammasso composto di una sessantina di membri, la quale mostra getti attivati in tre diverse epoche.
Le più recenti osservazioni di Speca, effettuate dal team di Ananda Hota, dell'Academia Sinica Institute of Astronomy and Astrophysics (ASIAA), Taiwan, hanno permesso di scoprire un elemento molto importante legato all'evoluzione di quello specifico ammasso di galassie e forse tipico di tutti gli ammassi, soprattutto nel giovane universo.
Esaminando l'oggetto in questione attraverso dati raccolti dalla Sloan Digital Sky Survey (SDSS), dalla FIRST survey del Very Large Array (VLA) radio telescope, dal telescopio ottico Lulin (Taiwan) e da quello ultravioletto del satellite NASA GALEX, Hota e colleghi hanno dapprima verificato la natura spirale della galassia. Successivamente l'hanno osservata nelle onde radio con il NRAO VLA Sky Survey (NVSS) e con l'indiano Giant Meterwave Radio Telescope (GMRT), più sensibile del VLA a lunghezze d'onda più lunghe.
Il fatto più sorprendente uscito dalla ricerca (pubblicata sul Monthly Notices of the Royal Astronomical Society) riguarda la componente più esterna dei due getti (i lobi più estesi evidenziati nelle immagini qui sopra), quella verosimilmente più antica, rilevabile solo alle frequenze più basse.
La sorpresa sta proprio nel riuscire a rilevarla, dal momento che non dovrebbe essere più in grado di produrre onde radio. Seconda Hota e colleghi, quella componente è ancora visibile perché riceve energia dall'onda d'urto di materiale (probabilmente gas) in caduta verso l'ammasso di galassie, e ciò dimostrerebbe che questo ammasso, e forse anche tutti gli altri (in epoche più o meno remote), continuano a crescere anche quando mostrano una struttura ben definita.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: Hota et al., SDSS, NCRA-TIFR, NRAO/AUI/NSF