Ci sono sviluppi molto
interessanti nello studio di un'esotica categoria di galassie
particolarmente attive nel dominio delle onde radio, dove mostrano i
caratteristici getti di particelle subatomiche, accelerate a
velocità relativistiche da un buco nero
supermassiccio annidato nel nucleo.
Tali getti sono tipici delle galassie ellittiche e solo
rarissimamente si presentano anche nelle spirali, tanto che di
questi casi se ne conoscono solo due, il più
rilevante dei quali è quello di una spirale denominata Speca (da
Spiral-host Episodic radio galaxy tracing Cluster Accretion),
distante circa 1,7 miliardi di anni luce e appartenente a un ammasso
composto di una sessantina di membri, la quale mostra getti attivati
in tre diverse epoche.
Le più recenti osservazioni di Speca, effettuate dal team di Ananda Hota,
dell'Academia Sinica Institute of Astronomy and Astrophysics (ASIAA), Taiwan,
hanno permesso di scoprire un elemento molto importante legato
all'evoluzione di quello specifico ammasso di galassie e forse
tipico di tutti gli ammassi, soprattutto nel giovane universo.
Esaminando l'oggetto in questione attraverso dati raccolti dalla Sloan Digital Sky Survey
(SDSS),
dalla FIRST survey del Very Large Array (VLA) radio telescope, dal
telescopio ottico Lulin (Taiwan) e da quello ultravioletto del
satellite NASA GALEX, Hota e colleghi hanno dapprima verificato la
natura spirale della galassia. Successivamente l'hanno osservata
nelle onde radio con il NRAO VLA Sky Survey (NVSS) e con l'indiano Giant Meterwave Radio Telescope (GMRT),
più sensibile del VLA a lunghezze d'onda più lunghe.
Il fatto più sorprendente uscito dalla ricerca (pubblicata sul Monthly Notices of the Royal Astronomical Society)
riguarda la componente più esterna dei due getti (i lobi più estesi
evidenziati nelle immagini qui sopra), quella verosimilmente più
antica, rilevabile solo alle frequenze più basse.
La sorpresa sta
proprio nel riuscire a rilevarla, dal momento che non dovrebbe
essere più in grado di produrre onde radio. Seconda Hota e colleghi,
quella componente è ancora visibile perché riceve energia dall'onda
d'urto di materiale (probabilmente gas) in caduta verso l'ammasso di
galassie, e ciò dimostrerebbe che questo ammasso, e forse anche
tutti gli altri (in epoche più o meno remote), continuano a crescere
anche quando mostrano una struttura ben definita. |