19 Dic 2011

 

La cometa Lovejoy si salva e zigzaga

 

La davano praticamente tutti per spacciata e invece la Lovejoy è sopravvissuta al suo passaggio al perielio, che l'ha vista portarsi ad appena 140.000 km dal Sole, un'inezia se consideriamo che molte protuberanze solari salgono bel oltre quella quota. In pratica, la piccola cometa scoperta da Terry Lovejoy lo scorso 27 novembre 2011 con il suo Schmidt-Cassegrain da 8", si è tuffata nell'infernale corona della nostra stella senza venire evaporata, come sarebbe stato lecito attendersi.
Il motivo di tutto ciò è forse da attribuire a un'errata stima del diametro del nucleo cometario, calcolato inizialmente in 200 metri, ma che invece è probabilmente almeno 2 o 3 volte maggiore.
Designata tecnicamente C/2011 W3 (Lovejoy), questa cometa ha attratto subito l'attenzione dei ricercatori in quanto scoperta dal suolo pur trattandosi di un oggetto appartenente alla famiglia delle comete radenti di Kreutz, tipicamente scoperte dagli osservatori solari collocati nello spazio (la precedente scoperta di una cometa radente dal suolo risaliva infatti agli anni '70).
Per osservare il suo passaggio al perielio del 16 dicembre scorso è stata pertanto utilizzata una piccola flotta di satelliti (gli STEREO, SOHO, SDO, Hinode e PROBA-2), che hanno permesso di evidenziare alcuni interessanti comportamenti della cometa, fra i quali la sparizione temporanea della coda (forse dovuta alla prospettiva o forse causata dal venir meno di materiali volatili) e uno strano zigzagare, documentato dalle immagini qui sopra, da attribuire probabilmente all'interazione del materiale polveroso della coda con le linee di forza del campo magnetico solare.
Scampato il pericolo, la Lovejoy sta ora recedendo a grande velocità. Quale sarà la sua precisa orbita dopo aver sfiorato la più grande massa del sistema solare è difficile dirlo, ma si ritiene che non la vedremo più per almeno diversi secoli.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: NASA