7 Feb. 2011

 

Dall'altra parte del Sole

 

Per la prima volta l'essere umano è stato in grado di osservare contemporaneamente (quasi) tutta la superficie solare. L'impresa è stata realizzata grazie alle sonde gemelle STEREO (Solar TErrestrial Relations Observatory), che precedono e seguono la Terra nella sua orbita e che in questo periodo si trovano a circa 180° l'una dall'altra.
Questa particolare collocazione permette a ciascuna delle due sonde di osservare ciò che avviene in due emisferi diversi, la metà di ognuno dei quali è invisibile da Terra. Unendo quelle due metà è stata realizzato l'immagine sopra a sinistra, che mostra a tutti gli effetti l'altra faccia del Sole, con regioni attive (chiazze bianche) in evoluzione.
Finora era stato possibile solo intuire che cosa stesse avvenendo sull'emisfero opposto della nostra stella, utilizzando complessi modelli di eliosismologia. Adesso possiamo vederlo direttamente. La sottile linea nera coincide con l'orizzonte osservativo delle due sonde, un gap che sarà colmato nei prossimi giorni.
L'immagine di destra si riferisce invece alla recentissima scoperta di increspature lungo un fianco di una nube di plasma violentemente espulsa dal Sole, una CME (Coronal Mass Ejection). La ripresa è stata effettuata tramite l'Atmospheric Imaging Assembly (AIA) experiment del Solar Dynamics Observatory (SDO) della NASA, ed è stata oggetto di analisi da parte del team di Claire Foullon, del Centre for Fusion Space and Astrophysics (University of Warwick).
Mai prima d'ora era stata osservata una simile struttura, probabilmente perché mai prima d'ora un osservatorio orbitante era stato in grado di riprendere immagini in una regione dell'estremo ultravioletto dove è visibile una radiazione corrispondente a 11 milioni di Kelvin.
L'origine delle increspature della CME, che ricordano vagamente quelle visibili sui confini delle bande dell'atmosfera di Giove, viene attribuita a una differenza di densità, se non anche di temperatura, fra il plasma che costituisce la CME in rapida salita e il gas "a riposo" confinante. La dinamica è simile a quella del vento terrestre che a contatto con la superficie del mare increspa quest'ultima, venendo a sua volta frenato e quindi a sua volta alterato rispetto al moto rettilineo.
Nel caso del Sole il fenomeno è particolarmente interessante perché potrebbe finalmente spiegare il motivo per cui le CME assumono spesso una conformazione curva dopo un primo sviluppo verticale: a incurvarle sarebbe l'effetto frenante introdotto dalle differenze di densità. Il perché tali differenze si presentino solo su uno dei fianchi è ancora un mistero.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: NASA's STEREO Team, AIA Solar Dynamics Observatory (SDO)