Ecco
le prime importanti immagini della cometa Tempel 1 rilasciate dalla NASA
dopo l'incontro molto ravvicinato con la sonda Stardust-NExT. Erano
attese con trepidazione per l'opportunità di vedere per la prima volta i
mutamenti subiti dalla superficie di una cometa dopo un passaggio al
perielio e, soprattutto, dopo l'impatto con il proiettile rilasciato nel
2005 dalla sonda Deep Impact.
Il cratere generato in quell'occasione è stato effettivamente fotografato
dalla Stardust-NExT ed è indicato nella coppia di immagini centrali con
dei cerchietti gialli: quella di sinistra evidenzia la zona
dell'impatto, dove si distingue chiaramente (non solo per la migliore
risoluzione) una piccola collina, che nell'immagine di destra risulta
praticamente cancellata dal materiale eiettato dall'impatto, che ha per
così dire uniformato l'intera area. Nei due cerchi concentrici
dell'immagine di destra troviamo in quello più interno il cratere vero e
proprio, il cui diametro è stimato in circa 150 metri e al cui centro si
erge un modesto picco, mentre il cerchio più esterno indica la regione
dove sono ricaduti la gran parte degli ejecta.
La profondità del cratere non è ancora stata stabilita con certezza, ma
da stime preliminari sembra piuttosto modesta. Complessivamente, la
dinamica dell'impatto avvenuto nel 2005 e le tracce di quell'evento
osservate ora sembrano indicare che il nucleo della Tempel 1 è
relativamente fragile, come afferma Pete Schultz, della Brown University, Providence, R.I.
Altre informazioni interessanti ricavate dalle immagini della
Stardust-NExT, che per il 90% coprono aree mai viste prima, riguardano
terreni con terrazzamenti a diverse elevazioni (prime due immagini a
sinistra, sopra e sotto), caratterizzati da scarpate e pendii che si
estendono per 1-2 km sulla superficie e che sono la probabile traccia
dell'antica evoluzione collisionale di quel nucleo cometario.
Ancora più interessanti e attese sono però le erosioni riconosciute nelle
creste evidenziate con linee gialle nelle due immagini a destra: qui gli
elementi volatili rilasciati durante l'ultimo passaggio al perielio
hanno abraso il fronte più esposte spostandolo di circa 20-30 metri.
L'attività cometaria ha
cancellato parzialmente anche altre formazioni superficiali, come
quelle indicate dai rettangoli.
Ne sapremo di più quando tutte le immagini prese dalla Stardust-NExT (in
parte già disponibili su www.nasa.gov/mission_pages/stardust/multimedia/gallery-index.html) saranno analizzate nei minimi dettagli, non resta che attendere. |