16 Feb. 2011

 

Stardust-NExT, missione compiuta!

 

Ecco le prime importanti immagini della cometa Tempel 1 rilasciate dalla NASA dopo l'incontro molto ravvicinato con la sonda Stardust-NExT. Erano attese con trepidazione per l'opportunità di vedere per la prima volta i mutamenti subiti dalla superficie di una cometa dopo un passaggio al perielio e, soprattutto, dopo l'impatto con il proiettile rilasciato nel 2005 dalla sonda Deep Impact.
Il cratere generato in quell'occasione è stato effettivamente fotografato dalla Stardust-NExT ed è indicato nella coppia di immagini centrali con dei cerchietti gialli: quella di sinistra evidenzia la zona dell'impatto, dove si distingue chiaramente (non solo per la migliore risoluzione) una piccola collina, che nell'immagine di destra risulta praticamente cancellata dal materiale eiettato dall'impatto, che ha per così dire uniformato l'intera area. Nei due cerchi concentrici dell'immagine di destra troviamo in quello più interno il cratere vero e proprio, il cui diametro è stimato in circa 150 metri e al cui centro si erge un modesto picco, mentre il cerchio più esterno indica la regione dove sono ricaduti la gran parte degli ejecta.
La profondità del cratere non è ancora stata stabilita con certezza, ma da stime preliminari sembra piuttosto modesta. Complessivamente, la dinamica dell'impatto avvenuto nel 2005 e le tracce di quell'evento osservate ora sembrano indicare che il nucleo della Tempel 1 è relativamente fragile, come afferma Pete Schultz, della Brown University, Providence, R.I.
Altre informazioni interessanti ricavate dalle immagini della Stardust-NExT, che per il 90% coprono aree mai viste prima, riguardano terreni con terrazzamenti a diverse elevazioni (prime due immagini a sinistra, sopra e sotto), caratterizzati da scarpate e pendii che si estendono per 1-2 km sulla superficie e che sono la probabile traccia dell'antica evoluzione collisionale di quel nucleo cometario.
Ancora più interessanti e attese sono però le erosioni riconosciute nelle creste evidenziate con linee gialle nelle due immagini a destra: qui gli elementi volatili rilasciati durante l'ultimo passaggio al perielio hanno abraso il fronte più esposte spostandolo di circa 20-30 metri. L'attività cometaria ha cancellato parzialmente anche altre formazioni superficiali, come quelle indicate dai rettangoli.
Ne sapremo di più quando tutte le immagini prese dalla Stardust-NExT (in parte già disponibili su www.nasa.gov/mission_pages/stardust/multimedia/gallery-index.html) saranno analizzate nei minimi dettagli, non resta che attendere.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: NASA/JPL-Caltech/University of Maryland/Cornell