13 Gen. 2011

 

SDSS-III, il cielo in un trilione di pixel

 

Al 217° meeting dell'American Astronomical Society in corso a Seattle, il team della Sloan Digital Sky Survey-III (SDSS-III) ha reso pubblica quella che finora è la più grande immagine digitale del cielo. Si tratta di un mosaico composto di milioni di immagini di 2,8 megapixel ciascuna, realizzate fra il 1998 e il 2010 presso l'Apache Point Observatory del New Mexico, USA.
La copertura della volta celeste è pari a circa il 35% e la quantità di informazione complessivamente contenuta nell'immagine permette di studiare sia i dettagli di singoli oggetti sia l'insieme della loro distribuzione, come esemplificato nell'illustrazione qui sopra.
Per dare un'idea della risoluzione dell'immagine complessiva è sufficiente dire che per visualizzarla al 100% sarebbe necessario costruire uno schermo con superficie pari a mezzo milione di televisori HD.
Lo studio di una tale quantità di informazione, messa a disposizione di tutti, produrrà sicuramente nuove scoperte che andranno ad aggiungersi a quelle già realizzate dal nutrito team di ricercatori che dagli anni Novanta si è occupato delle varie fasi della survey. Sono ben mezzo miliardo gli oggetti celesti ad oggi scoperti grazie alla SDSS-III, e fra questi asteroidi, stelle, galassie e quasar.
Di gran parte di essi è stato possibile determinate con elevata precisione la posizione e il colore, e per le galassie anche la forma.
Mandata in pensione la storica camera digitale che ha consentito di produrre il gigantesco mosaico, dal 2009 gli strumenti impiegati nella survey hanno subito un notevole upgrade che fornirà ai ricercatori la possibilità di realizzare entro il 2014 una nuova mappa dell'universo, ma questa volta in 3-D. E' infatti già iniziata una nuova survey destinata a raccogliere nuove informazioni spettrali e quindi anche distanze più precise delle galassie contenute nella mappa 2-D.
Due progetti collegati alla nuova survey, Sloan Extension for Galactic Understanding and Exploration e APO Galactic Evolution Experiment, avranno inoltre l'obiettivo di studiare la distribuzione e i moti propri delle stelle nella nostra galassia, per risalire alla provenienza delle varie correnti stellari e capire quali componenti galattiche derivano dall'annessione di piccoli sistemi esterni entrati in collisione col nostro.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: Sloan Digital Sky Survey-III (SDSS-III)