Osservando
Zeta Ophiuchi
in luce bianca, ossia a quelle frequenze elettromagnetiche alla portata
dell'occhio umano, ciò che vediamo è una stella relativamente debole e
rossastra, di 2,5 magnitudini e priva di qualsivoglia nebulosità.
Ciò che invece mostra un'immagine recentemente rilasciata dalla NASA
(qui sopra) è
ben diverso: una brillante stella blu, circondata da una vasta regione
nebulare che si comprime nella direzione verso cui Zeta Ophiuchi sta
muovendosi. Il motivo di tanta diversità risiede nella diversa luce
nella quale l'oggetto viene osservato, infatti l'immagine che
presentiamo è stata ottenuta nell'infrarosso dal Wide-field Infrared Survey Explorer
(WISE).
Per renderla meglio leggibile ai nostri occhi è stato poi applicato un
codice colore standard che rappresenta in blu e cyan la luce percepita a
lunghezze d'onda di 3.4 e 4.6 micron, e in verde e rosso le lunghezze
d'onda di 12 e 22 micron (gli altri colori risultano dalla loro
combinazione).
Il blu è il colore reale di Zeta Ophiuchi e se nel visibile appare
rossastra è perché la sua luce viene smorzata e alterata dai gas e dalle polveri
che la circondano, ma che tuttavia si mostrano solo in infrarosso. Se
questa stella fosse in una regione totalmente trasparente, pur distando
458 anni luce dalla Terra sarebbe una delle più brillanti di
tutto il cielo (in quanto a magnitudine assoluta è 65mila volte più
luminosa del Sole).
La caratteristica più interessante evidenziata da WISE è l'onda d'urto
che si genera dinanzi alla stella e che si manifesta sotto forma di arco
(giallo, nell'immagine), accentuando la direzione verso la quale l'astro
si muove, ovvero verso l'angolo in alto a sinistra.
L'arco si origina per compressione dei gas e delle polveri
interstellari, sotto l'azione del poderoso vento tipico di giovani
giganti blu come Zeta Ophiuchi, la cui età è stimata in
circa
4 milioni di anni, la metà di quanto al massimo può durare una stella di
quella taglia (raggiunge le 20 masse solari).
Se il vento stellare è la componente principale nella generazione
dell'onda d'urto, un ruolo non del tutto marginale in questa azione è
rivestito dalla velocità intrinseca della stella, 24 km/s, acquisita
molto probabilmente a seguito dell'esplosione come supernova di una
stella compagna, ancora più massiccia, alla quale
Zeta Ophiuchi era legata in un tempo relativamente recente. |