27 Gen. 2011

 

VIRUS-W scruta il cuore di NGC 2903

 

Sono stati resi pubblici i risultati scientifici raggiunti grazie alla cosiddetta "prima luce" del Visible Integral-field Replicable Unit Spectrograph-W.
Il VIRUS-W è uno spettrografo ad alta risoluzione in grado di produrre 267 spettri simultaneamente, uno per ognuna delle sue fibre ottiche, coprendo in una sola volta un campo ampio ben 1x2 minuti d'arco, caratteristiche che lo rendono particolarmente adatto allo studio della cinematica stellare delle galassie vicine.
Nato dalla collaborazione fra Max Planck Institute for Extraterrestrial Physics e University Observatory Munich, è stato inaugurato al fuoco dell'Harlan J. Smith Telescope, di 2,7 metri di diametro, dell'osservatorio di McDonald, dove ha registrato le velocità della componenti stellari appartenenti alle regioni centrali della galassia spirale NGC 2903, distante circa 30 milioni di anni luce. Il campo esaminato è quello indicato nell'immagine da un rettangolo.
Se è vero che a quelle distanze è attualmente impossibile misurare il moto delle singole stelle, è comunque possibile misurare il moto medio di più stelle lungo una specifica linea di vista. Ciò consente di caratterizzare due importanti parametri della distribuzione delle velocità: i moti su larga scala, attraverso le velocità medie, e la dispersione delle velocità fra aree attigue.
Nel caso delle stelle che appartengono a galassie spirali, il moto attorno al centro è piuttosto uniforme e quindi la dispersione delle velocità su un'area ristretta è minima. Nelle galassie ellittiche, invece, le orbite delle stelle sono "disordinate" e la dispersione è più elevata.
Grazie a VIRUS-W è possibile registrare differenze di velocità di appena 20 km/s a distanze di diversi milioni di anni luce. Nel caso di NGC 2903, all'interno del campo inquadrato dallo spettrografo, sono state misurate velocità da 80 km/s a 120 km/s.
Attraverso dati di questo tipo è possibile determinare la struttura cinematica su larga scala delle galassie, ottenendo un quadro dettagliato della loro storia e informazioni sulla distribuzione delle masse, soprattutto in prossimità dei nuclei, dove generalmente si annidano i buchi neri di taglia più rilevante.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: MPI, UOM, McDonald Observatory, SDSS