L'attenzione verso i Near Earth Objects (piccoli asteroidi che si
avvicinano pericolosamente alla Terra) cresce costantemente, anche a
seguito dei recenti impatti registrati nell'atmosfera di Giove.
In caso di grave minaccia per il nostro pianeta, si possono tentare due
vie per sventarla: la prima, molto improbabile e pericolosa per gli
effetti imprevedibili che può produrre, è quella di bombardare
l'asteroide; la seconda consiste invece nel creare le condizioni
affinché l'oggetto cambi traiettoria e si ponga su un'orbita meno
minacciosa.
A quest'ultimo proposito, è stata presentata al 73° Annual Meeting of the
International Meteoritical Society
una soluzione molto interessante, sviluppata da un team di ricercatori
del New York City College of Technology (fra i quali Gregory L. Matloff, Lufeng Leng
e Thinh Lê, nella foto), nella quale si ipotizza di deviare i NEO
generando in opportuni punti della loro superficie dei jet di materiali
volatili, simili a quelli mostrati dai nuclei cometari.
Per creare i jet è necessario sottoporre le aree prescelte a un intenso
riscaldamento, operazione che potrebbe essere svolta da collettori
solari aventi l'aspetto di gigantesche vele metalliche (spesse solo un
decimo di un capello) e capaci di raccogliere e convogliare l'energia
solare in un fascio concentrato di radiazione. Volando accanto al
bersaglio per diversi mesi, una vela riuscirebbe a riscaldare una
determinata area superficiale al punto da innescare la violenta
emissione di materiali volatili conservati nel sottosuolo.
Per attuare questo tipo di soluzione è però indispensabile capire fino a
quale profondità apportare calore, perché un riscaldamento troppo
profondo potrebbe avere il solo effetto di aumentare la temperatura
dell'intero asteroide, senza stimolare jet superficiali.
Da esperimenti di laboratorio effettuati dal team del City Tech,
impiegando raggi laser rossi e verdi su campioni del meteorite di
Allende (in alto a destra nella foto), è emerso che il riscaldamento
deve essere concentrato a una profondità quasi irrilevante, forse solo
un decimo di millimetro o poco più, il che permetterebbe di creare e
controllare un jet, il cui effetto razzo sul lungo periodo riuscirebbe a
variare quel tanto che basta l'orbita del NEO di turno.
Sebbene la soluzione lasci qualche dubbio, ci sarebbe la volontà di
applicarla ad Apophis prima del suo passaggio del 2029, per scongiurare
che in quell'occasione inattese variazioni orbitali possano rendere
preoccupante il successivo ritorno del 2036. |