Grazie a osservazioni compiute con il telescopio spaziale Herschel sul
residuo della supernova 1987A si è finalmente capito perché le
galassie più remote e quindi più giovani risultano particolarmente
ricche di polveri.
Tali polveri sono composte di piccoli
grani che contengono molti elementi pesanti, fra i quali carbonio,
silicio e ferro, tutti prodotti da stelle massicce esplose
come supernovae.
C'era però un problema: la quantità di polveri finora osservate nei
residui di supernovae non era sufficiente a render conto della
quantità contenuta nelle galassie primordiali. Ma si trattava di un
limite strumentale.
Utilizzando infatti Herschel, che vede meglio di qualunque altro
telescopio precedente le
lunghezze d'onda del lontano infrarosso e quelle submillimetriche,
un gruppo di astronomi guidati da Mikako Matsuura, dell'University College London,
ha scoperto un quantitativo sorprendentemente alto di polveri nel
residuo della SN 1987A (al centro delle immagini qui sopra), apparsa 24 anni fa nella Grande Nube di
Magellano.
La quantità di polveri realmente esistenti in quel residuo,
comparabile alla massa del Sole, arriva a superare di addirittura
1000 volte le precedenti stime, dimostrando così che l'eccesso di
polveri osservato nelle galassie primordiali è pienamente
compatibile con i quantitativi apportati dalla prima generazione di
stelle giganti (oltre 10 masse solari) esplose poche centinaia di
milioni di anni dopo il Big Bang.
I dati raccolti con Herschel sorprendono anche per i valori della
temperatura di quelle polveri, compresi fra 16 e 23 Kelvin, ovvero circa 20 volte
più bassi di quelli medi finora rilevati in altri residui di supernovae.
Ciò implica che il ruolo delle polveri nella formazioni di nuove
stelle è probabilmente determinante, avendo esse la capacità di
raffreddare più efficacemente del previsto le nubi di gas, favorendo
così il loro collasso per autogravitazione e la formazione
del bozzolo protostellare.
Più estesamente, si può affermare che la presenza delle polveri
generate dalle supernovae ha condizionato l'evoluzione delle
galassie e quindi dell'universo sin dalle epoche più remote. |