8 Lug 2011

 

 

 

 

 

 

 

Polveri primordiali: scoperta l'origine

 

Grazie a osservazioni compiute con il telescopio spaziale Herschel sul residuo della supernova 1987A si è finalmente capito perché le galassie più remote e quindi più giovani risultano particolarmente ricche di polveri. Tali polveri sono composte di piccoli grani che contengono molti elementi pesanti, fra i quali carbonio, silicio e ferro, tutti prodotti da stelle massicce esplose come supernovae.
C'era però un problema: la quantità di polveri finora osservate nei residui di supernovae non era sufficiente a render conto della quantità contenuta nelle galassie primordiali. Ma si trattava di un limite strumentale.
Utilizzando infatti Herschel, che vede meglio di qualunque altro telescopio precedente le lunghezze d'onda del lontano infrarosso e quelle submillimetriche, un gruppo di astronomi guidati da Mikako Matsuura, dell'University College London, ha scoperto un quantitativo sorprendentemente alto di polveri nel residuo della SN 1987A (al centro delle immagini qui sopra), apparsa 24 anni fa nella Grande Nube di Magellano.
La quantità di polveri realmente esistenti in quel residuo, comparabile alla massa del Sole, arriva a superare di addirittura 1000 volte le precedenti stime, dimostrando così che l'eccesso di polveri osservato nelle galassie primordiali è pienamente compatibile con i quantitativi apportati dalla prima generazione di stelle giganti (oltre 10 masse solari) esplose poche centinaia di milioni di anni dopo il Big Bang.
I dati raccolti con Herschel sorprendono anche per i valori della temperatura di quelle polveri, compresi fra 16 e 23 Kelvin, ovvero circa 20 volte più bassi di quelli medi finora rilevati in altri residui di supernovae. Ciò implica che il ruolo delle polveri nella formazioni di nuove stelle è probabilmente determinante, avendo esse la capacità di raffreddare più efficacemente del previsto le nubi di gas, favorendo così il loro collasso per autogravitazione e la formazione del bozzolo protostellare.
Più estesamente, si può affermare che la presenza delle polveri generate dalle supernovae ha condizionato l'evoluzione delle galassie e quindi dell'universo sin dalle epoche più remote.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: ESA, University College London