Di sistemi binari stretti,
composti da due nane bianche che orbitano a breve distanza una
dall'altra, ne sono stati scoperti già una ventina, ma l'ultimo
individuato
da un team di ricercatori guidati da Warren Brown
(Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics) con il Multiple Mirror Telescope
del Whipple Observatory (Mt. Hopkins, Arizona) è davvero straordinario.
A formarlo sono due nane bianche di massa decisamente bassa (extremely low-mass white dwarfs,
in breve ELM WDs), la più leggera delle quali racchiude un quarto di
massa solare in un volume grande come quello di Nettuno, mentre l'altra,
più pesante e densa, è grande come la Terra ma possiede la metà
della massa solare.
Le orbite delle due nane attorno al comune baricentro giacciono
sulla nostra linea di vista e così osserviamo il verificarsi di un'eclisse ogni 6,5
minuti circa, fatto che suggerisce un periodo di rivoluzione di
appena 13 minuti, a cui corrispondono velocità orbitali di almeno
600 km/s e distanze fra i due astri non superiori a 1/3 della
distanza Terra-Luna.
Le stelle collassate che appartengono a questo sistema hanno inoltre
la particolarità (riscontrata finora in appena una dozzina di
binarie simili) di avvicinarsi progressivamente una all'altra, tanto
che ci si aspetta una loro fusione entro circa 900mila anni, con
successiva esplosione di una supernova del tipo "underluminous",
quindi più debole della media. La frequenza con cui esplodono nel
cosmo supernovae deboli sembra compatibile con il numero di
nane bianche destinate alla fusione e studiare queste ultime aiuta a
comprendere la fisica delle prime.
Ma l'ultima coppia di nane individuata da Brown e colleghi è
importante anche per un altro motivo: le due stelle non si stanno
avvicinando una all'altra a causa del frenamento esercitato da uno
scambio di massa fra le due (come nel caso dell'illustrazione),
bensì perché parte della loro energia orbitale viene trasformata in
onde gravitazionali.
Se ancora non siamo in grado di rilevare direttamente queste ultime,
possiamo però misurare con grande precisione la progressiva
riduzione del periodo orbitale e quindi convalidare ancora una volta
le previsioni della Relatività Generale di Einstein. Non appena il
sistema uscirà dalla congiunzione col Sole, il team di Brown
inizierà le misurazioni ed entro pochi mesi il test sarà compiuto. |