Che Proxima Centauri, con i suoi 4,2 anni luce di distanza, sia la stella
più vicina al Sole è un fatto incontrovertibile. Quale sia invece la
più vicina delle nana grigie (o marroni o brune che dir si voglia) è
ancora argomento di ricerca, perché non è escluso che ve ne possano
essere una o più d'una a meno di 4 anni luce da noi.
Questo fronte vede particolarmente impegnato il
Leibniz Institute for Astrophysics Potsdam (AIP), i cui ricercatori
già alcuni anni fa avevano scoperto Epsilon Indi Ba e Bb, le due
nane grigie
ad oggi più prossime con i loro circa 12 anni luce di distanza.
E l'AIP torna ora a far notizia per la scoperta da parte di Ralf-Dieter Scholz
e di alcuni suoi colleghi di altre due nane grigie, WISE J0254+0223
e WISE J1741+2553, poste rispettivamente a 15 e 18 anni luce di
distanza.
Come indicano i nomi delle due nuove arrivate, la loro prima
catalogazione è avvenuta a seguito delle osservazioni del Wide-field Infrared Survey Explorer,
che registrò le loro immagini nel 2010, come evidenziato
nell'illustrazione in alto. Le due nane grigie, poste al centro dei
fotogrammi, hanno attratto l'attenzione del team di Scholz per la
loro insolitamente elevata luminosità infrarossa, a fronte della
quale manca quasi del tutto una controparte alle lunghezze d'onda
del visibile.
Verificando sui cataloghi 2MASS e SDSS la posizione di quei due
oggetti negli anni precedenti, i ricercatori hanno potuto
evidenziare un moto proprio di 2,5 e 1,5 arcosecondi per anno. Qui
sopra è indicata la loro posizione nel 2000.
Il notevole moto proprio e il colore delle due nane grigie erano di
per sé sufficienti a collocarle nei dintorni del Sole, cosa poi
confermata dall'osservazione spettroscopica di una di esse
attraverso il Large Binocular Telescope dell'Arizona.
Come tutte le nane dei tipi T e Y, anche WISE J0254+0223 e WISE
J1741+2553 sono caratterizzate da temperature particolarmente basse,
del tutto insufficienti a generare stabilmente energia e sono quindi
destinate a raffreddarsi fino a rendersi sul lungo termine pressoché
invisibili. Questa caratteristica lascia ipotizzare che a distanze
dal Sole anche di molto inferiori a quella di Proxima Centauri
possano esservi alcune di queste stelle mancate, forse ormai troppo
deboli per essere scoperte con gli strumenti oggi a disposizione
degli astronomi. |