22 Lug 2011

 

Un'immersione fra le stelle di M31

 

Capita molto spesso che scavando negli archivi dei dati e delle immagini raccolte nel corso degli anni dai grandi telescopi si finisca col fare nuove scoperte o col trovare qualcosa di particolare. E' accaduto ad esempio con queste immagini prese dall'Hubble Space Telescope fra il 2004 e il 2007, che mostrano degli scorci davvero inusuali della vicina galassia spirale M31 in Andromeda.
Di M31 abbiamo visto tutti migliaia di immagini più o meno sempre uguali, ma stavolta c'è qualcosa di diverso perché Hubble ce la mostra come se fossimo al suo interno, e infatti quasi tutte le stelle visibili nei quattro riquadri da A a D appartengono a M31.
In particolare, il riquadro A mostra una piccola parte periferica del disco, ovvero quella struttura che comprende i bracci di spirale e le regioni meno popolose fra di essi. Qui la densità stellare è relativamente elevata, come si può notare dal confronto con gli altri riquadri, soprattutto C e D, che includono regioni dell'alone galattico, una sfera di stelle a bassa densità di popolazione, le cui proprietà rotazionali suggeriscono però la presenza di abbondante materia oscura.
Il riquadro B è invece una campionatura della cosiddetta "grande corrente stellare", che per la sua dinamica e per la maggiore concentrazione di stelle rispetto alle regioni limitrofe è ritenuta essere ciò che resta della distruzione e annessione di una galassia nana da parte di M31.
L'eccezionale profondità di queste immagini, che sono in realtà il risultato della somma di una lunga serie di singole pose, era stata appositamente cercata da astronomi impegnati in un lavoro di catalogazione delle singole stelle contenute di M31, sulla base della loro tipologia, età e chimica, al fine di ricostruire il quadro evolutivo dell'intera galassia.
Le lunghe esposizioni risultanti hanno messo in evidenza anche una notevole quantità di piccole galassie poste a distanze di gran lunga superiori ai circa 2,5 milioni di anni luce calcolati per M31.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: NASA, ESA and T.M. Brown (STScI), Digitized Sky Survey 2