Arriva dall'European Southern
Observatory (Cile) una spettacolare dimostrazione di potenza del
nuovo VLT Survey Telescope (VST) e della sua camera fotografica
OmegaCAM. La prova è questa ampissima ripresa del famoso tripletto
di galassie del Leone, composto da M65 (in alto a destra), M66 (in
basso a destra) e NGC 3628 (a sinistra). Si tratta di galassie
spirali debolmente interagenti, poste a circa 35 milioni di anni
luce di distanza dalla Terra.
Frutto di una collaborazione fra ESO e INAF (Istituto Nazionale di
Astrofisica, Italia), il VST, con i suoi 2,6 metri di diametro, è il
più grande telescopio al mondo dedicato alle survey fotografiche del
cielo, ed è l'unico ad avere un campo così ampio da riuscire a
ottenere un'inquadratura come questa. Gli altri grandi telescopi
riescono al massimo a fotografare queste galassie una alla volta.
L'immenso campo di VST viene sfruttato al meglio dalla gigantesca
camera digitale OmegaCAM, il cui sensore è composto di ben 268
megapixel, e riesce a registrare con eccezionale risoluzione sia
oggetti celesti relativamente vicini, sia galassie e quasars
presenti nel giovane universo.
Ampio campo inquadrato e alta risoluzione sono caratteristiche
fondamentali per svolgere al meglio il compito principale per il
quale VST è stato realizzato, ovvero scandagliare continuamente
l'alone della nostra galassia (lo sferoide a bassa densità stellare
che avvolge i bracci di spirale), alla ricerca di eventi di
microlensing, cioè improvvise intensificazioni della luminosità di
stelle di fondo causate dall'interposizione di nane grigie, pianeti
giganti o stelle collassate.
Lo studio di questi oggetti apparentemente invisibili è fondamentale
alla comprensione della natura della materia oscura, e in questo
ambito, così come in quello dell'energia oscura che agisce su scale
ben più grandi, il ruolo di VST potrebbe risultare determinante. |