28 Lug 2011

 

Il tripletto del Leone visto da VST

 

Arriva dall'European Southern Observatory (Cile) una spettacolare dimostrazione di potenza del nuovo VLT Survey Telescope (VST) e della sua camera fotografica OmegaCAM. La prova è questa ampissima ripresa del famoso tripletto di galassie del Leone, composto da M65 (in alto a destra), M66 (in basso a destra) e NGC 3628 (a sinistra). Si tratta di galassie spirali debolmente interagenti, poste a circa 35 milioni di anni luce di distanza dalla Terra.
Frutto di una collaborazione fra ESO e INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica, Italia), il VST, con i suoi 2,6 metri di diametro, è il più grande telescopio al mondo dedicato alle survey fotografiche del cielo, ed è l'unico ad avere un campo così ampio da riuscire a ottenere un'inquadratura come questa. Gli altri grandi telescopi riescono al massimo a fotografare queste galassie una alla volta.
L'immenso campo di VST viene sfruttato al meglio dalla gigantesca camera digitale OmegaCAM, il cui sensore è composto di ben 268 megapixel, e riesce a registrare con eccezionale risoluzione sia oggetti celesti relativamente vicini, sia galassie e quasars presenti nel giovane universo.
Ampio campo inquadrato e alta risoluzione sono caratteristiche fondamentali per svolgere al meglio il compito principale per il quale VST è stato realizzato, ovvero scandagliare continuamente l'alone della nostra galassia (lo sferoide a bassa densità stellare che avvolge i bracci di spirale), alla ricerca di eventi di microlensing, cioè improvvise intensificazioni della luminosità di stelle di fondo causate dall'interposizione di nane grigie, pianeti giganti o stelle collassate.
Lo studio di questi oggetti apparentemente invisibili è fondamentale alla comprensione della natura della materia oscura, e in questo ambito, così come in quello dell'energia oscura che agisce su scale ben più grandi, il ruolo di VST potrebbe risultare determinante.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: ESO/INAF-VST/OmegaCAM