Dopo che nell'ottobre dello
scorso anno era stata scoperta una stella di neutroni, PSR
J1614-2230, con massa pari a circa due soli, gli astronomi hanno
iniziato a interrogarsi sul perché fino a quel momento fossero state
misurate masse che si concentravano invece attorno a 1,4 soli.
Un errore nel calcolo della massa di PSR J1614-2230 era da escludere perché per
determinarla i ricercatori avevano sfruttato il precisissimo segnale
radiopulsato legato al periodo di rotazione di 317 giri al secondo.
Ammettendo che la stella di neutroni non si sia formata così com'è in seguito
all'esplosione come supernova della sua progenitrice, deve aver acquisito
massa (e il momento
angolare per sostenerla) in un secondo tempo, e ciò può essere
avvenuto solo a spese di una stella compagna. Ed effettivamente la
PSR J1614-2230 è legata gravitazionalmente a un altro astro
collassato, una nana bianca, che completa un'orbita attorno al
comune centro di massa in appena 9 giorni.
Secondo Lorne Nelson e altri ricercatori (Bishop's University, MIT e UCSB)
che hanno analizzato quel sistema stellare, è molto probabile che la
stella di neutroni abbia strappato gli strati più superficiali della
nana bianca, riducendola a un puro nucleo di carbonio e ossigeno.
Per capire esattamente come ciò possa essere avvenuto, Nelson e
collaboratori hanno simulato con un supercomputer 40mila possibili
scenari di partenza per le due stelle, estendendone l'evoluzione su
un periodo paragonabile all'età dell'universo. I risultati delle
numerosissime simulazioni, presentati in questi giorni al meeting
Canadese CASCA 2011, dimostrano che vi sono diversi casi in cui una
stella di neutroni può aumentare sensibilmente la propria massa a
spese della stella compagna, benché ilo fenomeno sia generalmente
poco frequente. La
scoperta porterà chiaramente a rivedere alcuni modelli teorici. |