10 Giu 2011

 

 

La chimica organica delle condriti

 

Secondo molti ricercatori, gli elementi chimici organici contenuti nelle meteoriti hanno giocato un ruolo fondamentale nella comparsa della vita sulla Terra. Dal momento che non ci sono validi motivi per ritenere che determinati elementi possano essere tipici solo del nostro pianeta, è opinione diffusa che tutti i corpi del sistema planetario debbano contenerne in percentuali simili, avendoli ereditati dalla nube protosolare.
A dimostrazione di ciò vi sono, ad esempio, le analogie fra gli elementi organici contenuti in alcune condriti carbonacee (meteoriti ricche di silicati e di elementi organici che conservano nella loro mescola materiali accumulatisi ai primordi del nostro sistema) con quelle della coda della cometa 81P/Wild-2, di alcune micrometeoriti antartiche e della polvere interplanetaria.
Nondimeno, all'interno del gruppo delle condriti carbonacee vi sono ampie varietà nella distribuzione di quegli stessi elementi, a testimonianza di processi intervenuti successivamente alla loro origine e probabilmente correlati all'evoluzione del corpo progenitore.
Una ricerca condotta in questo settore da Christopher Herd, della University of Alberta (Canada) in collaborazione con ricercatori della Carnegie Institution for Science, e pubblicata oggi su Science, dimostra che la diversificazione nella distribuzione dei materiali organici all'interno delle meteoriti trae origine dall'attività idrotermica che ebbe luogo nei primi milioni di anni dalla formazione del nostro sistema planetario, quando quelle meteoriti erano ancora parte integrante di corpi ben più massicci, come ad esempio grandi asteroidi.
Fra i campioni studiati da Herd e colleghi ve ne sono 4 appartenenti a un meteorite caduto nel gennaio del 2000 all'interno del Tagish Lake, un bacino ghiacciato del Canada del nord. Recuperati congelati pochi giorni dopo la caduta, sono stati conservati sempre sotto zero evitando ogni possibile contaminazione terrestre. La varietà e la composizione degli elementi riconosciuti all'interno dei campioni (fra i quali amminoacidi e acidi monocarboxilici, essenziali alla biochimica) conferma l'ipotesi di alterazioni chimiche e idrotermiche intervenute nei corpi progenitori.
In sintesi, gli elementi base della vita erano uniformemente distribuiti nella nostra nube primordiale e ciò può essere avvenuto anche in qualunque altro sistema planetario.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: Michael Holly, Creative Services, University of Alberta