22 Giu 2011

 

 

 

 

Lo strano sistema planetario di UZ For

 

Nella costellazione australe della Fornace c'è una variabile ad eclisse, denominata UZ For, che è composta da due piccole stelle, una nana bianca e una nana rossa, che orbitano attorno al comune baricentro in appena un paio d'ore. La distanza fra le due componenti è così breve che l'intero sistema potrebbe essere contenuto nel volume del nostro Sole!
La nana bianca, più massiccia anche se molto più piccola di diametro (un cucchiaino della sua materia pesa circa 5 tonnellate!), acquisisce continuamente materia alla compagna e nella regione in cui la materia cade si generano temperature di milioni di Kelvin e poderosi flussi di raggi X che investono tutto lo spazio circostante.
UZ For fa ora notizia perché da recenti osservazioni fotometriche fatte con il Southern African Large Telescope da un team internazionale di astronomi, ed elaborate assieme a osservazioni simili realizzate da altri gruppi di ricerca su un periodo lungo ben 27 anni, emerge un fatto insolito: le mutue eclissi che le due nane producono (circa 1 all'ora lungo la nostra linea visuale) risultano affette su lunghi periodi da anticipi e ritardi che possono raggiungere i 60 secondi e che sembrano compatibili con due diversi cicli di variazioni lunghi 16 e 5,25 anni.
Secondo gli astronomi impegnati in questa ricerca (fra i quali Stephen B. Potter, Encarni Romero–Colmenero e Gavin Ramsay), lo scenario migliore che può spiegare le discrepanze osservate è quello dell'esistenza di due pianeti giganti che orbitano attorno alla coppia di nane a distanze di circa 6,4 e 3 unità astronomiche e che hanno masse minime di 6,3 e 7,7 masse gioviane.
UZ For sarebbe dunque un sistema planetario molto insolito e probabilmente non è ancora tutto qui. Infatti, l'ipotesi dei due pianeti giganti spiegherebbe in modo soddisfacente gli anticipi e i ritardi se quello più esterno percorresse un'orbita altamente eccentrica, che però sarebbe molto instabile e non può quindi essere realisticamente considerata. Rimane dunque uno scarto nei tempi delle eclissi che Potter e colleghi attribuiscono ad altri pianeti in orbita attorno alle nane (più esterni o molto meno massicci) oppure a un complesso ciclo magnetico della nana rossa, o ancora a una loro combinazione.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: South African Astronomical Observatory, Armagh Observatory