La supergigante rossa Betelgeuse
(Alpha Orionis) è una delle stelle più brillanti del cielo ed è anche una delle più
grandi che si conoscano, avendo un volume che potrebbe riempire
l'orbita di Giove (rappresentata dal piccolo cerchietto rosso al
centro dell'immagine). Per questo motivo, negli anni '80, fu anche una delle
prime di cui si riuscì a registrare dettagli fotosferici.
Più recentemente, nel luglio 2009, con lo strumento NACO (uno spettrografo infrarosso con
ottica adattiva) del Very Large Telescope dell'ESO erano stati
scoperti attorno al disco di Betelgeuse dei pennacchi di gas estesi
per alcuni diametri stellari al di sopra della fotosfera.
Ma la vera sorpresa è l'ultima scoperta fatta con lo strumento VISIR (VLT Imager and Spectrometer for mid Infra Red)
e in pubblicazione su Astronomy & Astrophysics,
che ha rivelato attorno a Betelgeuse un gigantesco complesso
nebulare, la cui origine è legata all'attuale e transitoria fase di
supergigante della stella.
Le supergiganti rosse sono infatti caratterizzate da una generale
instabilità a livello atmosferico e fotosferico, che le porta a perdere enormi quantità di
materia, e nel caso di Betelgeuse si stima che arrivi a perdere una
massa equivalente al Sole in appena 10.000 anni. L'irregolarità
della struttura nebulare visibile nell'immagine qui sopra indica che
la stella ha riversato il materiale nello spazio in modo
asimmetrico.
In particolare si notano ampie concentrazioni di
materia, con distribuzione vagamente concentrica, causate molto
probabilmente da ripetuti fenomeni parossistici che hanno
interessato specifiche aree della superficie, come sembra anche
indicare la corrispondenza (e quindi una più che probabile
interconnessione) fra le più rilevanti strutture dei pennacchi
interni con quelle della ben più vasta nebulosità esterna, che
raggiunge i 60 miliardi di km di distanza dal disco stellare.
Fra gli elementi che compongono l'enorme struttura nebulare
risultano abbondanti le polveri di silicio e di alluminio, ovvero il
medesimo materiale di cui è formata buona parte della superficie
terrestre e degli altri corpi rocciosi del nostro sistema
planetario. Ciò suggerisce che se la Terra esiste ed è come la
vediamo, è anche grazie a una supergigante rossa che si estinse
molti miliardi di anni fa. |