24 Giu 2011

 

 

 

 

 

La complessa nebulosa di Betelgeuse

 

La supergigante rossa Betelgeuse (Alpha Orionis) è una delle stelle più brillanti del cielo ed è anche una delle più grandi che si conoscano, avendo un volume che potrebbe riempire l'orbita di Giove (rappresentata dal piccolo cerchietto rosso al centro dell'immagine). Per questo motivo, negli anni '80, fu anche una delle prime di cui si riuscì a registrare dettagli fotosferici.
Più recentemente, nel luglio 2009, con lo strumento NACO (uno spettrografo infrarosso con ottica adattiva) del Very Large Telescope dell'ESO erano stati scoperti attorno al disco di Betelgeuse dei pennacchi di gas estesi per alcuni diametri stellari al di sopra della fotosfera.
Ma la vera sorpresa è l'ultima scoperta fatta con lo strumento VISIR (VLT Imager and Spectrometer for mid Infra Red) e in pubblicazione su Astronomy & Astrophysics, che ha rivelato attorno a Betelgeuse un gigantesco complesso nebulare, la cui origine è legata all'attuale e transitoria fase di supergigante della stella.
Le supergiganti rosse sono infatti caratterizzate da una generale instabilità a livello atmosferico e fotosferico, che le porta a perdere enormi quantità di materia, e nel caso di Betelgeuse si stima che arrivi a perdere una massa equivalente al Sole in appena 10.000 anni. L'irregolarità della struttura nebulare visibile nell'immagine qui sopra indica che la stella ha riversato il materiale nello spazio in modo asimmetrico.
In particolare si notano ampie concentrazioni di materia, con distribuzione vagamente concentrica, causate molto probabilmente da ripetuti fenomeni parossistici che hanno interessato specifiche aree della superficie, come sembra anche indicare la corrispondenza (e quindi una più che probabile interconnessione) fra le più rilevanti strutture dei pennacchi interni con quelle della ben più vasta nebulosità esterna, che raggiunge i 60 miliardi di km di distanza dal disco stellare.
Fra gli elementi che compongono l'enorme struttura nebulare risultano abbondanti le polveri di silicio e di alluminio, ovvero il medesimo materiale di cui è formata buona parte della superficie terrestre e degli altri corpi rocciosi del nostro sistema planetario. Ciò suggerisce che se la Terra esiste ed è come la vediamo, è anche grazie a una supergigante rossa che si estinse molti miliardi di anni fa.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: ESO/P. Kervella