Transita oggi alla minima distanza dalla Terra, solo 12.000 km, il piccolo asteroide 2011 MD. La sua traiettoria nei nostri cieli lo porterà a passare sull’Oceano Atlantico meridionale e nel punto di massima vicinanza sarà sopra le coste dell’Antartide. Dopo di che inizierà ad allontanarsi dal nostro pianeta, su una traiettoria sicuramente nuova a causa delle perturbazioni gravitazionali subite durante il flyby, e non è quindi al momento dato sapere se in futuro si ripresenterà dalle nostre parti.
Per ora, 2011 MD non rappresenta un pericolo. Inoltre, nota la distanza e la luminosità apparente, a seconda dell’albedo che gli si può attribuire, il diametro può andare da un minimo di 5 metri a un massimo di 20 metri, dimensioni che sarebbero notevolmente ridotte in caso di entrata nell’atmosfera terrestre, con un conseguente impatto
(se mai in un futuro più o meno lontano ci dovesse essere) di limitate proporzioni. Per dare un’idea delle possibili conseguenze,
diremo che il Meteor Crater di Flagstaff si formò per l’impatto di un asteroide che arrivò al suolo con ancora 50 metri di diametro, ed era quindi ancor più grande prima dell’entrata in atmosfera.
Ad ogni modo, 12.000 km di distanza sono davvero pochi, considerando che il diametro del nostro pianeta supera quella misura di nemmeno 800 km e che i satelliti geostazionari orbitano a 36.000 km, limite che il piccolo asteroide attraverserà due volte. Chiaramente, data la vastità dello spazio orbitale, è estremamente improbabile che l’oggetto riesca a centrare un satellite, ma non si può nemmeno affermare che la probabilità sia uguale a zero.
I ricercatori del JPL's Near Earth Object Program stimano che un evento di questo genere accade
in media ogni 6 anni.
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