Un team internazionale di
ricercatori, composto da astronomi e ingegneri statunitensi e
tedeschi, è riuscito
nell'intento di osservare un'occultazione provocata dal transito del
pianeta nano Plutone su una stella lontana.
L'evento, i cui risultati sono ancora in fase di elaborazione, si è
verificato il 23 giugno scorso sulle acque dell'Oceano Pacifico, e
per poterlo osservare è stato impiegato l'osservatorio volante SOFIA (acronimo
di Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy)
della NASA, ovvero un Boeing 747SP modificato, che trasporta un telescopio per osservazioni
infrarosse di 2,5 metri di diametro, al fuoco del quale per
l'occasione ha trovato posto l'High-Speed Imaging Photometer for Occultation (HIPO),
un "misuratore di luce" molto veloce e di elevata precisione.
SOFIA ha incontrato l'ombra di Plutone a quasi 3000 km dalla base, e
la difficoltà maggiore è stata quella di calcolare con precisione lo
stretto percorso dell'occultazione, poiché viaggiando l'ombra a 24
km/s un errore nel posizionamento dell'osservatorio avrebbe
facilmente compromesso il buon esito della missione.
Per ridurre al minimo possibili errori, la stessa sera del 23 giugno gli astronomi del Lowell Observatory prendono
le ultime immagini di Plutone e della stella, e le inviavano al Massachusetts Institute of Technology (MIT),
dove viene rapidamente ricalcolato il percorso dell'occultazione.
Solo 2 ore prima del suo inizio, il MIT trasmette al team di SOFIA
le coordinate della fascia centrale dell'ombra, che risultano essere
circa 200 km più a nord del punto verso il quale il team si stava
dirigendo.
Passano altri 20 minuti prima di avere dal controllo del traffico
aereo l'autorizzazione al cambiamento di rotta e alla fine il
telescopio viene puntato con sufficiente anticipo per seguire tutto
il fenomeno. Dalle informazioni preliminari finora rilasciate, si sa
che è stato possibile esaminare la pressione, la densità è il
profilo della temperatura dell'atmosfera di Plutone, scendendo fino
a quote molto basse. |