Che le stelle giganti possano esplodere in modo asimmetrico è ormai
una certezza, anche se questo tipo di eventi sembra essere limitato
ad una piccola percentuale. L'ultimo esempio è rappresentato dalla
SN2010jl, comparsa il primo giorno del novembre scorso nella
galassia UGC 5189A, un sistema dalla forma insolita, stravolta
dall'interazione gravitazionale con galassie vicine.
Ad accorgersi dell'asimmetria di quella supernova, a prima vista
perfettamente circolare, è stato un team internazionale di
astronomi, guidati da
Ferdinando Patat (dell'ESO di Garching), che hanno analizzato
l'astro con lo spettropolarimetro CAFOS in dotazione allo Zeiss di
2,2 metri del Calar Alto Observatory.
Questo strumento permette di riconoscere all'interno di una fonte
luminosa la presenza di una componente polarizzata. Le onde luminose
generalmente oscillano in tutti i piani possibili, da quello
verticale a quello orizzontale, ma vi sono diversi meccanismi fisici
che possono, per così dire, collimare l'oscillazione di un
consistente numero di fotoni (quasi come in un laser), generando un
fascio di luce polarizzata.
Il CAFOS e altri strumenti simili consentono di misurare il livello
di polarizzazione della luce e di stabilire se la fonte è sferica
oppure no. Applicando questa sofisticata tecnica alla SN2010jl,
Patat e colleghi hanno potuto confermarne la non sfericità.
La supernova è risultata appartenere alla rara tipologia IIn, la
medesima alla quale appartenevano gli unici due casi precedenti
accertati di forte asimmetria esplosiva, una coincidenza
evidentemente non casuale. Questo tipo di supernovae hanno come
progenitori gigantesche stelle blu (decine di volte più massicce
del Sole) che in pochi milioni di anni bruciano tutto il
combustibile a disposizione e collassano su sé stesse, generando
l'immane esplosione (sono dette "core-collapse" o anche
"gravitational supernovae").
Durante la loro breve vita, a causa dei fortissimi venti stellari
che li caratterizzato, i progenitori disperdono nello spazio
circostante grandi quantità di materia, che finiscono col creare un
bozzolo che viene poi investito dall'esplosione finale. Proprio dal
bozzolo risulta venire la luce polarizzata osservata dal team di
Patat, e ciò significa che o la stella è esplosa in modo asimmetrico
(colpendo un bozzolo sferico in punti e tempi diversi) oppure che ha
generato un bozzolo non sferico, e in ogni caso non sappiamo il
perché, almeno per ora. |