2 Mar. 2011

 

Ancora una supernova asimmetrica

 

Che le stelle giganti possano esplodere in modo asimmetrico è ormai una certezza, anche se questo tipo di eventi sembra essere limitato ad una piccola percentuale. L'ultimo esempio è rappresentato dalla SN2010jl, comparsa il primo giorno del novembre scorso nella galassia UGC 5189A, un sistema dalla forma insolita, stravolta dall'interazione gravitazionale con galassie vicine.
Ad accorgersi dell'asimmetria di quella supernova, a prima vista perfettamente circolare, è stato un team internazionale di astronomi, guidati da Ferdinando Patat (dell'ESO di Garching), che hanno analizzato l'astro con lo spettropolarimetro CAFOS in dotazione allo Zeiss di 2,2 metri del Calar Alto Observatory.
Questo strumento permette di riconoscere all'interno di una fonte luminosa la presenza di una componente polarizzata. Le onde luminose generalmente oscillano in tutti i piani possibili, da quello verticale a quello orizzontale, ma vi sono diversi meccanismi fisici che possono, per così dire, collimare l'oscillazione di un consistente numero di fotoni (quasi come in un laser), generando un fascio di luce polarizzata.
Il CAFOS e altri strumenti simili consentono di misurare il livello di polarizzazione della luce e di stabilire se la fonte è sferica oppure no. Applicando questa sofisticata tecnica alla SN2010jl, Patat e colleghi hanno potuto confermarne la non sfericità.
La supernova è risultata appartenere alla rara tipologia IIn, la medesima alla quale appartenevano gli unici due casi precedenti accertati di forte asimmetria esplosiva, una coincidenza evidentemente non casuale. Questo tipo di supernovae hanno come progenitori gigantesche stelle blu (decine di volte più massicce del Sole) che in pochi milioni di anni bruciano tutto il combustibile a disposizione e collassano su sé stesse, generando l'immane esplosione (sono dette "core-collapse" o anche "gravitational supernovae").
Durante la loro breve vita, a causa dei fortissimi venti stellari che li caratterizzato, i progenitori disperdono nello spazio circostante grandi quantità di materia, che finiscono col creare un bozzolo che viene poi investito dall'esplosione finale. Proprio dal bozzolo risulta venire la luce polarizzata osservata dal team di Patat, e ciò significa che o la stella è esplosa in modo asimmetrico (colpendo un bozzolo sferico in punti e tempi diversi) oppure che ha  generato un bozzolo non sferico, e in ogni caso non sappiamo il perché, almeno per ora.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: ESO,  Calar Alto Observatory