Che relazione può esserci fra le piccole variazioni decennali nel
periodo di rotazione della Terra, i flussi di ferro fuso in
movimento nel nucleo esterno e le variazioni del clima?
Apparentemente nessuna, e invece un recente studio condotto da Jean Dickey
e Steven Marcus (NASA's Jet Propulsion Laboratory, Pasadena, California)
assieme a Olivier de Viron (Université Paris Diderot and Institut de Physique du Globe de Paris),
e pubblicato sul Journal of Climate,
ha messo in evidenza non solo come i tre fenomeni appaiano
correlati, ma come dalla loro analisi sia possibile far emergere per
una via del tutto nuova la componente antropica del riscaldamento
globale, il famoso effetto serra che molti ricercatori (ma non
tutti) attribuiscono alle attività umane.
Che il periodo di rotazione della Terra abbia variazioni di circa 1
millisecondo durante l'anno è ben noto e se ne conosce anche la
causa: sono le variazioni stagionali delle temperature con scambi di energia
fra litosfera, idrosfera e atmosfera, e conseguente movimento di
masse fluide e gassose.
Sono però note anche variazioni nel periodo di rotazione terrestre
di circa 4 millisecondi su periodi più lunghi, con una modulazione
dominante su tempi scala di 65-80 anni. Queste variazioni, troppo
ampie per essere attribuibili a fenomeni superficiali, vengono
piuttosto attribuite ai flussi di ferro liquido nel nucleo esterno,
dove si origina il campo magnetico terrestre. Proprio l'analisi
delle oscillazioni di quest'ultimo ha permesso di valutare i
movimenti dei flussi di ferro e di correlarli con le variazioni
rotazionali sul lungo periodo.
Ricerche indipendenti hanno invece evidenziato una relazione fra le
variazioni sul lungo periodo della lunghezza del giorno e le
fluttuazioni della media delle temperature (0,2°C) dell'aria
superficiale.
Confrontando i dati storici disponibili negli ultimi 160 anni per
quanto riguarda la durata del giorno e le temperature superficiali,
con i dati teorici relativi ai movimenti dei fluidi nel nucleo
terrestre, il team della Dickey ha fatto una scoperta molto
interessante
che conferma la presenza di un riscaldamento globale negli ultimi 60
anni e che è sintetizzata nel grafico in alto.
La linea nera indica la temperatura reale dell'aria alla superficie,
la linea rossa è la correzione della prima attraverso modelli che
considerano la componente antropica, la linea verde rappresenta la
lunghezza del giorno, e infine la linea blu indica il momento
angolare del nucleo terrestre. E' evidente, dal 1900 al 1950, il
buon accordo fra tutte le variabili, mentre successivamente appare
sempre più chiaro (linea nera che si impenna) il fenomeno del
riscaldamento globale.
Non meno interessante è comunque il fatto che le masse in movimento
nel nucleo esterno possano influenzare la temperatura superficiale.
Come ciò avvenga non è chiaro. Una possibilità è che le variazioni
di intensità del campo magnetico facciano variare il flusso di raggi
comici che entrano in atmosfera. Poiché questi ultimi, secondo
alcuni studi, influenzerebbero la formazione delle nubi, potrebbero
indirettamente influenzare la temperatura dell'aria superficiale. |