11 Mag. 2011

 

 

Isotopi imprevisti nel vento solare

 

E' uscito su "Proceedings of the National Academy of Sciences" il primo rapporto sui risultati della missione Genesis della NASA, e si tratta di risultati davvero sorprendenti.
La missione consisteva nel lancio di una sonda (avvenuto nel 2001) che aveva il compito di portarsi a circa 1,6 milioni di km dalla Terra, oltre il limite d'influenza del campo geomagnetico, e una volta là raccogliere le particelle del vento solare. Il termine della missione era fissato per il 2004, con il rientro della sonda sulla Terra, da concludersi con un atterraggio morbido tramite paracadute. Ma quest'ultimo non si aprì e la sonda si schiantò al suolo (vedi foto).
Fortunatamente il prezioso carico non andò disperso e si poterono iniziare gli esami di laboratorio. Da questi emerge ora una realtà prima impensabile, che riguarda le proporzioni fra i vari isotopi degli atomi presenti nel vento solare e quelli presenti sul nostro pianeta.
Come ben sappiamo, il sistema solare è nato tutto da un'unica nube di gas e polveri, e non è mai stato in discussione il fatto che gli isotopi degli atomi del Sole dovessero presentarsi nelle stesse proporzioni di quelli dei pianeti, soprattutto quelli interni, Terra inclusa.
I vari isotopi di uno stesso elemento differiscono fra di loro per il numero di neutroni nel nucleo e se, ad esempio, sul Sole l'ossigeno leggero e ossigeno pesante si presentano con un certo rapporto, lo stesso rapporto dovrebbe essere riscontrabile sulla Terra. E invece non è così.
L'analisi delle particelle catturate dalla Genesis indica che ci sono rilevanti differenze, tanto che, per rifarci all'esempio, la Terra ha più ossigeno pesante in rapporto a quello leggero di quanto rilevato nel vento solare. E ciò vale anche per altri elementi, in disaccordo con le attuali teorie sulla chimica dello spazio.
Poiché non c'è motivo di ritenere che il vento solare abbia una composizione diversa da quella del Sole, essendo particelle rilasciate da quest'ultimo, le differenze isotopiche riscontrate sono dunque un mistero, per svelare il quale serviranno nuove teorie che prevedano una differenziazione dei vari isotopi all'interno della nube protosolare.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: Donald Burnett (Caltech), Andrew M. Davis (University of Chicago)