Il sistema planetario della
stella Gliese 581, distante appena 20 anni luce dalla Terra, è
sempre più al centro dell'attenzione degli astronomi che cercano
pianeti in grado di supportare la vita. Già nel 2007, attorno alla
nana rossa erano stati individuati un paio di pianeti, Gliese 581 c
e Gliese 581 d, posti ai confini interno ed esterno della cosiddetta
zona abitabile, quella dove un ipotetico pianeta roccioso può conservare
acqua liquida in superficie.
Dei due, il più promettente sembrava il primo perché più vicino
alla stella, mentre il "d" veniva ritenuto troppo freddo, al punto
che nell'emisfero in ombra l'eventuale atmosfera si sarebbe potuta
ghiacciare, precipitando al suolo e rendendo così del tutto
inospitale la superficie. Successivamente anche per il "c" scemavano
le probabilità di essere abitabile, infatti nuove simulazioni ne
avrebbero evidenziato il pesante effetto serra, simile a quello di
Venere, con rapida evaporazione dell'acqua (ammesso è non concesso che vi
sia).
Sia il "c" che il "d" passavano poi in secondo piano quando, alla
fine del 2010, veniva scoperto (sempre col sistema delle
perturbazioni gravitazionali che generano un'oscillazione sul moto
rettilineo della stella) un nuovo piccolo pianeta, Gliese 581 g, per
dimensioni decisamente più simile alla Terra e collocato in mezzo
alla zona abitabile. Insomma il candidato ideale. Purtroppo però,
recenti analisi di quel sistema indicano che "g" forse non esiste
nemmeno.
Ma ecco che appare ora su The Astrophysical Journal Letters una
nuova ricerca condotta da Robin Wordsworth, François Forget e alcuni
loro colleghi del Laboratoire de Météorologie Dynamique (CNRS, UPMC, ENS Paris, Ecole Polytechnique),
presso l'Institute Pierre Simon Laplace de Paris, che rivaluta
notevolmente le condizioni atmosferiche di Gliese 581 d, rendendolo
ad oggi l'esopianeta con le maggiori probabilità di assomigliare
alla Terra, sebbene la sua massa sette volte superiore e la sua
gravità almeno doppia non siano il massimo.
I ricercatori in questione hanno sviluppato un nuovo modello che
simula tridimensionalmente le condizioni atmosferiche e superficiali
di un pianeta, tenendo conto di una gran quantità di fattori e
principi fisici, inclusi i vari possibili "ingredienti" atmosferici.
Fra le varie combinazioni possibili, è risultato che se l'atmosfera
di Gliese 581 d fosse dominata dall'anidride carbonica (scenario più
che plausibile), a patto di avere determinate masse in gioco, la sua
temperatura sarebbe sufficiente a sostenerla anche nell'emisfero non
illuminato e a produrre nubi e piogge in grado di creare ampi bacini
idrici. Non solo, a certe condizioni esisterebbe anche la
possibilità che il cielo, per quanto fosco e crepuscolare, possa
risultare azzurrato, cosa che ci è piuttosto familiare.
Visti i precedenti colpi di scena che hanno interessato il sistema
planetario di Gliese 581, sarà però meglio non eccedere con
l'ottimismo e attendere invece che i futuri grandi telescopi
permettano di analizzare direttamente quell'atmosfera, ammesso che
esista! |