Da una simpatica collaborazione
fra Space Telescope Science Institute e American Association of Variable Star Observers (AAVSO)
è nata una campagna di osservazione della variabile V1, che Dave Soderblom (STScI),
ideatore dell'iniziativa, definisce come "la stella più importante nella storia della cosmologia".
Si tratta di una cefeide scoperta nel 1923 da Edwin Hubble
all'interno di quella che all'epoca era chiamata nebulosa di
Andromeda (M31). Dalla già nota relazione periodo-luminosità che
caratterizza quel tipo di variabili, Hubble riuscì a determinare con
approssimazione la distanza di V1 e si accorse che era ben al di là
dei confini della nostra galassia, ritenuta da taluni tutto
l'universo esistente.
Scoprire una stella ben oltre i limiti del nostro "universo isola" e
dimostrare che esistevano così altri sistemi simili, comportò la più
grande rivoluzione cosmologica di tutti i tempi.
STScI e AAVSO hanno dunque voluto ricordare l'importanza di quella
stella e più in generale di tutte le cefeidi, realizzando con
l'Hubble Space Telescope la
sequenza fotografica che presentiamo qui sopra, dove V1 (al centro
dei riquadri) mostra la sua variabilità. Per sapere esattamente
quando puntare il telescopio spaziale che da Edwin Hubble ha preso il
nome, sono state utilizzate le curve di luce costruite con 214
osservazioni raccolte dai membri dell'AAVSO fra il luglio e il
dicembre 2010, che racchiudono 4 cicli di pulsazioni di circa 31
giorni ciascuno.
Oggi appare piuttosto semplice calcolare il periodo di V1, perché
sappiamo dove cercarla, ma quasi 90 anni fa il compito di Hubble non
fu altrettanto semplice. L'astronomo spese parecchi mesi del 1923
impressionando decine e decine di lastre fotografiche con il più
grande telescopio dell'epoca, l'Hooker di 100" del Mount Wilson Observatory in California.
All'inizio di ottobre aveva isolato tre sospette novae, una delle
quali, dal confronto con immagini prese nei mesi precedenti,
risultava variare regolarmente di luminosità con un periodo di 31,4
giorni. Note la luminosità assoluta e quella apparente, Hubble
calcolò una distanza prossima a 1 milione di anni luce.
Entro la
fine dell'anno successivo, il 1924, Hubble portava a 12 le cefeidi
scoperta in M31, e gli fu così possibile ritoccare, anche se per
difetto, la distanza della
galassia (ormai non poteva più essere considerata una nebulosa),
portandola a
900mila anni luce. |