4 Nov 2011

 

Spiare le luci degli alieni

 

La ricerca degli alieni prosegue fra alti e bassi, e vista la nostra limitata tecnologia gli unici modi che abbiamo per capire se un mondo lontano è abitato sono quelli di captarne eventuali trasmissioni radio oppure di osservare segnali luminosi non casuali provenienti dalla sua superficie.
In entrambi i casi si deve però dare per scontata la volontà di comunicare degli extraterrestri, perché sia i segnali radio sia quelli luminosi devono essere estremamente potenti per riuscire a raggiungere efficacemente altri mondi.
Se invece ET non volesse comunicare, si potrebbe ricorrere a una terza via recentemente proposta sul periodico Astrobiology da Avi Loeb (Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics) e Edwin Turner (Princeton University). Secondo i due ricercatori, con i telescopi giganti della prossima generazione sarà possibile osservare sui pianeti extrasolari a noi più vicini l'illuminazione artificiale eventualmente presente in superficie.
L'idea a prima vista non è malvagia, si dovrebbe però riuscire a seguire il pianeta lungo tutta la sua orbita, focalizzando l'attenzione nel periodo in cui è interposto fra noi e la sua stella, e dunque quando ci mostra l'emisfero in oscurità. Se non vi sono luci artificiali, la luminosità di quell'emisfero dovrebbe risultare costante, mentre se sono presenti grandi concentrazioni di luci, paragonabili alle nostre metropoli, allora si dovrebbero rilevare variazioni coerenti con il periodo di rotazione sull'asse del pianeta.
In realtà, la nuova via proposta da Loeb e Turner qualche perplessità la lascia: intanto gli alieni potrebbero illuminare la superficie del loro pianeta in un modo molto più intelligente del nostro, quindi senza alcuno spreco, e in quel caso sarebbe difficile rilevare anche grandi città.
Inoltre, osservare l'emisfero notturno vuol dire osservarlo in congiunzione inferiore, circostanza che porta il pianeta extrasolare molto vicino ai bagliori della sua stella e che quindi aumenta la difficoltà di distinguere luci provenienti dalla superficie, questo ammesso che l'orbita non sia molto inclinata rispetto alla linea visuale; se lo è, peggio ancora, perché non sarà mai possibile vedere un emisfero del tutto oscuro.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, Princeton University