10 Nov 2011

 

Un’estinzione di massa causata da metano e carbonio

 

9 milioni di anni dopo l’estinzione di massa che cancellò i dinosauri dalla faccia della Terra si verificò una nuova estinzione di massa, la cui causa rimane tuttora ignota, essendo esclusa la caduta in quel periodo di un secondo asteroide. Se non è nota la causa è però noto il mezzo, rappresentato da un eccesso di carbonio liberato dai substrati dei fondali oceanici ricchi di idrati di metano.
Questi ultimi sono una miscela fangosa di gas, soprattutto metano, che alle alte pressioni e basse temperature tipiche della litosfera marina ghiaccia intrappolando i gas che altrimenti si disperderebbero nell’acqua e nell’atmosfera. Il metano compreso in quella mistura è il sottoprodotto della decomposizione degli organismi che morendo precipitano sui fondali.
Essendo i microbi responsabili della decomposizione tanto più attivi quanto più la temperatura del loro ambiente è elevata, la quantità di metano misurata nei sedimenti delle varie epoche geologiche può essere un valido metro per risalire alle variazioni di temperatura sul lungo periodo.
Un recente lavoro in questo settore, condotto da ricercatori (nella foto) della Rice University di Houston, Texas, ha dimostrato che l’aumento di 6°C nella temperatura media della Terra che ha caratterizzato il cosiddetto Paleocene-Eocene Thermal Maximum (PETM) di 56 milioni di anni fa, può aver portato a un’iperattività dei microbi dei fondali marini, con una conseguente iperproduzione di idrati di metano. Per l’accresciuta temperatura globale, gli idrati si sarebbero liberati più facilmente del carbonio, il quale, associandosi all’ossigeno, ne avrebbe ridotto la presenza nelle acque, favorendo ulteriormente l'attività microbica e innescando così un circolo vizioso durato circa 150.000 anni.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: Rice University