5 Ott 2011

 

I nettuniani in risonanza di Kepler-18

 

Nel corso del meeting congiunto fra American Astronomical Society’s Division of Planetary Science ed European Planetary Science Conference, che si tiene in questi giorni a Nantes, un team di ricercatori della University of Texas di Austin ha annunciato di aver scoperto attorno alla stella Kepler-18 (una delle numerosissime stelle osservate ripetutamente dal telescopio spaziale Kepler) un insolito sistema planetario composto da una super-Terra e da due pianeti di taglia nettuniana che risultano avere orbite fra loro risonanti nel rapporto 2:1.
La particolarità del nuovo sistema non sta tanto nel tipo di pianeti che la compongono, in realtà piuttosto diffusi, quanto nel fatto che proprio la risonanza rende dimostrabile con relativa facilità l'esistenza dei due nettuniani. Ad ogni transito sul disco della loro stella, che è molto simile al Sole (diametro maggiore del 10%, massa 97% di quella solare), i due grossi pianeti si presentato con leggeri ritardi e anticipi causati dalle spinte e dalle trazioni che l'influenza gravitazionale di ciascuno esercita sull'altro. Questa circostanza dimostra la loro natura di pianeti.
E' infatti piuttosto complicato validare la scoperta di un esopianeta limitandosi a registrare dei cali di intensità nella luce di una stella, bisogna prima escludere altre possibili cause, cosa ad esempio avvenuta con difficoltà per la super-Terra di Kepler-18, che è libera da risonanze con i due nettuniani, pur orbitando tutti a breve distanza dalla stella: l'anno della super-Terra (6,9 masse terrestri) dura appena 3,5 dei nostri giorni; poco più lunghi sono i periodi di rivoluzione dei due nettuniani (di 17 e 16 masse terrestri): 7,6 e 14,9 giorni.
La stretta vicinanza dei tre pianeti a Kepler-18 li rende ovviamente luoghi infernali, ma gli autori della scoperta non escludono l'esistenza di altri pianeti più piccoli a distanze decisamente meno sconvenienti.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: University of Texas, NASA, ESA